giovedì 9 febbraio 2012

Ma basta?

Insomma venerdì scorso, dopo aver rimandato il rimandabile nella speranza che la cosa passasse da sé, una fra maritomunita si è recata alla clinica per farsi visitare. Alla clinica ormai ci conoscono per nome, e questo non è mai un buon segno, soprattutto se sei in suolo ivoriano da meno di tre mesi.
Andiamo e la dottoressa di turno chiede alla fra più o meno anche il nome del suo animaletto di pezza da piccola, ma vabbeh...meglio scrupolosi che no (che la fra ha ancora memoria del suo medico romano: Giovà, c'ho mal de testa. 'N te preoccupà, pur'io. Giovà me fanno male i reni. 'N te preoccupà, pur'io. Giovà, c'ho i dolori mestruali. 'N te preoccupà, pur...ehm.)
Dopo averle raccontato tutte le malattie pregresse e i sintomi di quelle in corso, la fra viene fatta accomodare nella saletta delle visite. Viene pesata (machedavero?), le fanno misurare la temperatura e le viene misurata la pressione (fanno sta cosa ad ogni visita, non so se rendo). Che risulta un po' alta. Ma vai a far capire ad una dottoressa africana che la fra si agita a bestia quando sente quel cappero di manicotto che le si stringe sul braccio. Vabbeh, la misura di nuovo dopo 5 minuti e, grazie al training autogeno della fra, la pressione le pare accettabile.
Ok, apra la bocca e faccia "AAAAAA". La fra esegue e la faccia della dottoressa si fa un minimo perplessa. "Le tonsille sono grandi grandi, la gola è rossa rossa e ci sono tanti tanti puntini verdi" . verdi? sì, verdi. Bene: sono un mutante, ora aspettiamo solo di capire quale sia il mio potere e poi mi iscrivo alla scuola degli X-Man (vista la velocità con cui ricrescono i peli a questa latitudine, potrei valutare quello peloso).
Ritorniamo nell'altra stanza e la doc inizia a spiegare che ci vuole l'antibiotico. La fra, memore della vaga cappellata fatta coi suoi figli, dice subito un enorme , però. Però mia cara dottoressa, l'amoxicillina NO. Mi guarda e mi dice che sarebbe il tipo di antibiotico migliore. Io le dico che l'amoxicillina non è sindacabile, è un No assoluto, mi fa venire la candida e l'eritema, dove non vorresti MAI avere la candida e l'eritema. Capisce al volo, del resto è una donna anche lei, che non è proprio il caso, quindi segna alla fra un altro antibiotico. La fra chiede se è possibile averlo in punture, ché lei le medicine se le scorda sistematicamente, non c'è pezza. Stavolta è la doc ad emettere un insindacabile no. E vabbeh.
Però sa signora servirebbe anche il cortisone (oh, ma che lo intingete anche nel latte a colazione sto cacchio de cortisone?) però lei soffre di reflusso e la pressione è ai limiti alti, quindi non me la sento di darglielo (meglio, posso dirlo? dici che non è il caso? ah vabbeh, non lo dico). Prenda questo sciroppo antiinfiammatorio a base naturale, l'antibiotico e ci si rivede martedì.
Ok, a martedì.
Chiaramente il contingente francofono della famiglia martedì mattina sarà al lavoro e la fra dovrà andare da sola. Tanto devi solo aprire la bocca, lei controlla e basta.
Ecco, ma anche no.
Martedì mattina, alle 6 e mezza, la sveglia toglie la fra dalle dolci braccia di morfeo. Poco dopo la fra svolge lo stesso ingrato compito coi patati. Colazione, lavaggio mani e faccia, preparazione merenda per la scuola, borraccia, quaderni, assemblaggio zaino, vestizione patati, vestizione della fra e via, verso nuove avventure.
Arrivati a scuola, la fra si accorge che fa freschetto, beeeeeeeellllooooooooo.
Porta dentro i patati, scambia convenevoli con le maestre mentre quelle si sbaciucchiano i patati dopo 15 gg di assenza e se ne torna verso la macchina. Un freddo cane, vento.
Ora, freddo. Mi rendo conto dell'assurdità dell'affermazione. Ma per chi, come noi, è abituato a una temperatura variabile (alle setteetrequarti del mattino) tra i 28 e i 33 gradi, se ne fa 23 ti chiedi perché mai non ti sei portata il giacchetto.
La fra si mette di nuovo in moto verso la clinica, accompagnata dal fresco, dal vento e da una foschia densa.
Arriva alla clinica, dove scopre che nel frattempo hanno imparato anche i loro nomi di battesimo e si accorge, improvvisamente  e con un vago terrore, che non si ricorda per niente il nome della dottoressa. Nella sua totale ingenuità, la fra ha pensato quindi che la dottoressa di turno fosse solo la sua e che le infermiere avessero il foglio degli appuntamenti.
Errore, in entrambi i casi.
Alla domanda perché è qui, la fra dice devo fare un controllo.
Ok, con chi.
Ehm, non mi ricordo il nome della dottoressa (prima figura: la rincoglionita)
L'infermiera dice qualcosa che, alla luce dei fatti, deve essere "ok, cosa ti fa male"
La fra non ci capisce una mazza fritta e crede che l'infermiera le abbia detto che non ha capito di chi si tratta.
Alché la fra, mimando pure, descrive la dottoressa: è alta così, ha gli occhiali e i capelli lunghi fino qui. (seconda figura: la completa idiota).
La faccia delle infermiere, tra l'incredulo e la paresi da iena ridends, diceva "non può averlo fatto davvero". E invece sì, figo vero?
Ripetono la domanda originaria e la fra risponde "mal di gola" alché l'infermiera si illumina e dice "deve andare lì", indicando l'otorinolaringoiatria.
Ehm, no.
Ricapitoliamo. Sono venuta venerdì, la dottoressa di cui non mi ricordo il nome ma che ti so descrivere mi ha detto di tornare stamattina per un controllo, ho appuntamento alle 9. (terza figura: la disperata)
A questo punto, con molta nonchalance, l'infermiera prende il foglio degli appuntamenti e mi chiede come mi chiamo.
Madame latana.
Ah, oui oui.
Ci manca il "pas problem" e poi mi sembra di parlare con Geppetto, direi che la capacità di capirsi al volo è più o meno la stessa.
Si arriva alla soluzione: lei ha appuntamento con la dottoressa Ceppo, prego si accomodi.
Merci.
Dopo un po' di tempo in sala d'aspetto, la fra viene chiamata dalla dottoressa Ceppo. Ariapra la bocca, aripressione, arialta. Ha avuto episodi di pressione alta? in gravidanza magari? Oui dice la fra, alla fine della mia seconda gravidanza. Ma siccome la pronuncia tra deuxième (Dsiem) e douzième (dusiem) è quasi la stessa, la fra è abbastanza certa di averle detto durante la mia dodicesima gravidanza (praticamente la moglie di Giulio Coniglio). La doc fa infatti una faccia strana, poi si ricorda chi ha davanti e la faccia diventa di commiserazione. Vabbeh và, apra la bocca. Insomma la gola è meno rossa (ma sempre rossa) le tonsille sono meno grandi (ma sempre grandi), i puntini sono meno (ma ci sono ancora). Ma non mi fa male per niente, dico io. Che eri un mutante lo avevamo già assodato, pensa lei, ma non dice nulla probabilmente per compassione.
La fra poi fa notare che è dalla sera prima che le fa male lo zigomo. L'assenza di lividi esclude che il marito l'abbia pestata, quindi deve essere qualcosa di interno, come dire.
Ok, sembra sinusite, vada a fare la lastra, urgente.
La doc, che dopo il misunderstanding deuxième/douzième ha capito perfettamente il livello di francese alla Totò della fra, le spiega come le avesse 3 anni tutto quello che deve fare e le scrive quello che deve chiedere al banco dell'assicurazione sanitaria (una cosa un po' umiliante, in verità).
Insomma la fra va a sto banco, prende i fogli che deve prendere e va in radiologia.
Da allora in poi è tutto all'insegna dell'improvvisazione e della botta di culo. La fra arriva, consegna il foglio, si mette seduta. Viene chiamata per pagare la quota non pagata dall'assicurazione sanitaria, attende la fattura, ma non sa chiederla, si rimette seduta. Viene chiamata per la fattura, ma non capisce che è per la fattura quindi sicuramente dice qualche cazzata random, poi si rimette seduta. Cerca di stare attenta se sente chiamare il suo nome, in una lingua che conosce poco e con la pronuncia africana, a volte è tentata di alzarsi, ma resta seduta. Madame latana, la fra si alza, oui c'est moi, no niente le volevo solo dire che tra poco la chiamiamo, la fra si rimette seduta. Sembra il remake di laurenzia-cara-laurenzia.
Finalmente è il suo turno e la fra viene accompagnata lungo il corridoio, alla fine del quale la fanno sedere di nuovo, la chiameranno a breve. Scusa eh, ma allora potevo rimanere lì, no? No. Ci sono certe cose del modo di fare ivoriano che mi sfuggono, è evidente.
Madame la tana, mi rialzo, tra poco la chiamo, mi risiedo.
Madame la fra (scusa eh, perché sei passato al "tu"?), venga che si deve spogliare per mettere il camice per la lastra. La fra si alza, incredula, poi esprime il dubbio vago che il tipo non abbia neanche letto la sua richiesta.
Ehm, déshabiller? pour une radio à la tête?
Eh, à la tête?!?
Oui, ma doctoresse pense que j'ai une sinusite.
Sinusite? oh!
Dopodiché inizia a ridere, non voglio neanche sapere che tipo di lastra aveva capito dovessi fare.
La fra è talmente rinfrancata dalla preparazione degli infermieri della radiologia che si incammina verso la sala lastre come fosse più o meno il miglio verde.
Viene fatta entrare, sedere, le fan togliere gli occhiali, il piercing al naso lo toglie di sua spontanea volontà, l'infermiere dice che volendo può anche tenerlo. A sto punto mi tengo pure gli occhiali, così dalla lastra sembro Wonder Woman con un amo nel naso, figo.
Con la certezza che il tipo non capirebbe la battuta, la fra non prova neanche a tradurla in francese ma ridacchia tra sé.
Il tipo arriva, le spiaccica la faccia frontalmente sul macchinario (l'effetto è come appoggiare la faccia al finestrino e poi tirarlo su), esce e le dice di non respirare. Due secondi dopo viene e si porta via la lastra con la faccia spiaccicata della fra.
Mi serve subito, dico.
Mi guarda male, mi dice ok ma poi per la valutazione del radiologo la riporti giù. Va bene, caccia sta lastra che la doc Ceppo mi aspetta, hop hop.
Ottenuta la stampa aberrante della sua faccia stracinata in padella come un piatto di broccoletti, la fra la guarda e pure da sola vede che c'è una bella opacità a sinistra, ovvero dove le fa male.
La cosa verrà confermata dalla doc poco dopo. Bene, antibiotico e decongestionanti bronchiali via aerosol, però secondo me tutto questo ha cause allergiche, le do l'antistaminico.
La fra si ricorda della crisi respiratoria avuta in gravidanza e ne conviene.
Del resto, fa la doc, è tornato l'Harmattan, vede che cielo oggi, l'aria è troppo secca.
Porcamignot
Porcocaz

Porc
Insomma, secca? 90% di umidità ti pare secco? stavolta è la fra che guarda la doc con commiserazione.
Uno a uno, palla al centro.
Dopo aver salutato la doc e aver riportato la lastra in radiologia, la fra finalmente torna a casa, sempre accompagnata dalla foschia e dal freddino, apre le finestre e si mette a pulire.
Dopo poco ha iniziato a sentire un vago odore di polvere. Meno vago ad ogni secondo.
Praticamente la fra si è resa conto, con sommo orrore, che la foschia in realtà era solo aria pesante satura di polvere. La polvere sporca del deserto portata dall'Harmattan, appunto. La polvere che ha fatto ammalare i suoi figli quando era molta ma molta meno.
La polvere che rende l'aria irrespirabile.
La polvere che ieri sera ha fatto implorare alla fra il ventolin.
Ecco, ok doc hai vinto tu, e pure in trasferta.

La fra si è abbastanza rotta di perdere le partite coi medici, si sappia.
Come anche di tante altre cose.
Se incontrare qualcuno che sta giocando al vudù con 4 bamboline, potreste per cortesia togliergli gli spilloni?ok? grazie.

6 commenti:

  1. Cara Fra,
    leggere i tuoi post è veramente uno spasso,
    se solo non fosse per tutte le disavventure e i malanni che vi sono capitati!!!
    Il tuo blog è come un libro per me, ogni post un nuovo capitolo....
    Un abbraccio,
    Sara

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    1. ormai anche noi la prendiamo a ridere, davvero. un abbraccio anche a te!!!

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  2. fra, scusa, ma mi sono proprio rotolata :D
    ti vuò bbbene, anche ocn i puntini verdi sulla lingua :*

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    1. sulle tonsille, non sulla lingua :-P
      vabbeh mutante, ma non esageriamo...;-)

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  3. Saper ridere in tante situazioni è segno di grande intelligenza. Baci.

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