sabato 19 maggio 2012

Ritorno a casa

Se la fra si era trovata a sperimentare la nostalgia di Abidjan mentre ancora la sorvolava, tutto faceva presupporre che avrebbe provato la stessa cosa, per di più amplificata, sui voli che l'avrebbero portata via dalla capitale prima e dall'Europa poi.
E invece...invece nulla.
Nessuna nostalgia, nessun rimpianto, nessun senso di tristezza.
Solo la consapevolezza che si sta tornando a casa.
Dopo aver fatto il pieno di attenzioni, abbracci, vestiti, pappa buona, negozi, sorrisi.
Dopo aver riempito le classica valigia dell'emigrante: parmigiano, affettati, biscotti, pasta, vestiti, libri, musica, giochi. Otto bagagli da 23 chili, mica niente.
Dopo tutto questo la famiglia latana ha avvertito un'incredibile e non prevista urgenza di quotidianità, un po' come quando si parte per una bella vacanza lunga e alla fine non si vede l'ora di tornare a casa propria.
Ecco.
E a tutti quelli che glielo han chiesto, la fra alle domande di base come stai? come ti trovi? ha risposto una sincera sequenza di "bene", perché la fra si è accorta che in realtà quando pensa a questa esperienza che sta vivendo, è felice di viverla.
Sì il caldo mostruoso, sì ti suda ogni cm di pelle (e nel caso della fra è rilevante, credetemi), sì devi stare attenta all'igiene, sì parlano solo francese, sì ci sono malattie...
Però ci sono anche i condizionatori, il sudore purifica, esistono gli igienizzanti, il francese l'ho sempre voluto imparare, ci siamo vaccinati per tutto il vaccinabile.
Insomma la fra ha deciso di adottare Pollyanna.
E forse per questo, tutte le persone che l'han vista l'han trovata serena, più bella e rilassata.
L'Africa ti fa bene, mi è stato detto.
Sì l'Africa mi fa bene.
Son tornata a casa.

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