giovedì 10 aprile 2014

Victoria. Pietà, Vic!



Cara Victoria
Sarà difficile, onestamente, che qualcuno ti chiami Vic: sei cicciottella e con le treccine e con Sophie Marceau hai in comune solo il francese.

Tu che hai scritto a Patato Grande un biglietto per salutarlo prima della nostra partenza a febbraio e per dargli il numero di telefono di tuo padre così che, eventualmente, ci si potesse organizzare per vederci anche fuori da scuola.

Tu che quando Patato Grande ti saluta fai un sacco di moine e le tue amichette ti prendono in giro e siete tutte un risolino genuino e bellissimo.

Tu che quando sono io a salutarti diventi rossa e il tuo autista ti percula alquanto perché sono la mamma del bimbo che, evidentemente, ti piace.

Tu che hai questi primi innamoramenti fatti di caramelle, di bigliettini, di sorrisini come anche di “so scrivere meglio di te” e “io invece sono più bravo di te in matematica” e nessuno dei due se la prende veramente per questo.

Ecco tu, bimba bella, sappi che il Patato è per l’appunto un patato: timido, restio, coccoloso e ingenuo.
Tu sei una femmina: sei avanti. L’altra metà del cielo inizia a interessarti prima.

Quindi tesoro, non ti arrendere. Il Patato non sarà il primo e non sarà l’ultimo a rimanerti distante.
Gli uomini sono fatti così: alcuni, a volte, hanno bisogno di una spintarella.

Io continuerò a godermi i tuoi sorrisi imbarazzi quando ti saluto. Mi ricordo esattamente cosa c’è dietro a quei sorrisi.
Per quanto la mia vita abbia ovviamente preso una strada diversa, in seguito, conservo ancora con affetto il primo regalo del mio fidanzatino delle elementari.

Goditelo questo momento: è un momento in cui si è ancora felici senza un “noi”. Poi si cresce, poi si cambia.
Chissà, la rete è grande e magari anche tu e Patato Grande vi ritroverete un giorno, così come io ho ritrovato quel primo amore tenero e confuso, quando ancora stare insieme significava ancora solo tenersi per mano o stare seduti vicini.

I miei sogni di bimba di 30 anni fa, Victoria, li specchio nei tuoi occhi. Mi è più facile capire i tuoi che quello che passa per la testa di mio figlio riguardo a questo argomento, per dire.

Tra 30 anni tu chissà dove sarai, chissà dove saremo noi.

Continua a guardarlo così: il Patato ostenta indifferenza ma gli piaci. Parola di Mamma.
Ti abbraccio.

2 commenti: