venerdì 14 novembre 2014

Pantere



Dovunque stiano andando e qualunque cosa stiano facendo, gli ivoriani hanno un portamento felino.

È una cosa che si è persa nel parvenu, ma che riscontri ancora nella media della popolazione.

Le donne di basso ceto camminano ondeggiando il bacino come pantere. Si muovono flessuose anche se magari pesano 150kg.
Sembra che si muovano a ritmo di una musica ancestrale che sentono solo loro.

È difficile spiegarlo, detta così sembra che ancheggino come certe ragazzette sgallettate italiane che sembra debbano vendere chissà che mercanzia dimenando i fianchi in maniera esagerata e pertanto, contrariamente alle intenzioni, sgraziata.

Ecco, proprio il contrario: c’è una grazia particolare, sottile ma evidente, nel movimento delle anche di una donna locale.
Cammina, si muove, non deve e soprattutto non vuole dimostrare nulla a nessuno col suo modo di farlo.

Se queste sono le premesse, non vi stupirà sapere che vederle ballare è uno spettacolo. Possono essere oggettivamente brutte, grasse, fatte male, ma mentre ballano hanno una sensualità innata assolutamente permeante.

Negli uomini questa “felinità” non è così evidente e immediata.
Ci sono però occasioni in cui riconosci il movimento ancestrale, anche negli uomini.

In Costa d’Avorio il pedone è al livello più basso della catena alimentare: non esistono strisce pedonali e nessuno rallenta se vede qualcuno attraversare (infatti spesso, agli incroci senza semafori, ci sono i vigili o i poliziotti per evitare stragi inutili). Questo fa sì che l’attraversamento sia fatto di corsa, sempre.

Le strade ad alto scorrimento, ad Abidjan, hanno spesso dei cordoli alti a fare da mezzeria. Questo significa che l’attraversamento deve essere, in genere, svolto in due tempi: attraversi la prima parte, ringrazi un dio qualunque, scavalchi, attraversi la seconda parte, ri-ringrazi il dio di prima o un altro a scelta.

C’è però l’eccezione. Ed è lì che vedi il felino.
C’è l’uomo che corre, spicca un salto e no, non supera il cordolo bensì ci si appoggia sopra con un solo piede per un nanosecondo e senza interruzioni continua il suo salto. Una roba che manco Super Mario.
Un movimento così sinuoso, perfetto, aerodinamico che ti stupisci ogni volta di come ci riesca.

Amo questo manifestarsi delle caratteristiche ancestrali che ci legano al regno animale.
Le vedi qui: da noi si sono completamente perse, temo.
E io non riesco a non innamorarmi, ogni volta, di questi uomini e queste donne, della naturalezza con cui fanno qualcosa che a noi ormai necessita uno sforzo, un pensare, un costruire.

Ci sono cose che di questo posto fanno paura.
Ci sono cose che ci fanno sentire stranamente bene e a casa.
Posso enumerarmi le prime per non pensare che dovrò rinunciare anche alle seconde.
Ma la parola che mi sale sempre alle labbra è perdita, non so perché.

2 commenti: