mercoledì 14 gennaio 2015

Cartomanti e Comunità



Due anni e mezzo fa ero a Ferrara.

La prima vacanza a due dal viaggio di nozze. Una vacanza che sapeva di libertà e mille possibilità, di spritz in piazza e posti da scoprire, di letti comodi e di docce da fare insieme. Tre giorni di coppia, di parole, di sogni, di pausa dai bambini e anche dai noi stessi-genitori che ci eravamo cuciti addosso.

In quei giorni di agosto, la nostra meta ospitava il Ferrara Buskers Festival ed era piena di colori, suoni, luci, danze, canti, creatività. Una città d’arte che si confrontava, come ogni anno, con l’arte di strada, un’arte dinamica, ridanciana, gioconda.

Fu una di quelle sere: mi avvicinai ad una ragazza che leggeva le carte, con il timore che accompagna tutto ciò da cui possiamo lasciarci condizionare. Ero timida e impacciata, su quella sedia in strada.
Lei mi disse tante cose, tra le quali che dovevo fare un percorso per lasciarmi indietro delle cose brutte del passato. Beh, a voler essere scettici, e io lo sono sempre, tutti noi abbiamo delle cose del passato da lasciarci dietro.
Poi mi disse che nel mio futuro,  già da quello prossimo, vedeva una comunità, un’aggregazione di persone che sarebbe stata per me molto importante.
Ero stata a Venezia da Amicadisempre e si era parlato del buddismo, una pratica che mi aveva sempre affascinato e che lei stava iniziando. Avevo contattato una buddista della Soka Gakkai, alla Terra di Mezzo, e pensavo che le carte, proprio a volercela vedere, si riferissero a quello.
Certo, c’era quel gruppo chiuso di mamme che frequentavo, ma io non sono tipo da appartenenze o gruppi.

Cinque mesi dopo nasceva Instamamme, quasi per gioco, per la voglia di condividere le nostre esperienze e confrontarci con altre mamme nella rete.
Instamamme in realtà era nata prima, con un’aggregazione spontanea a partire da un tag su Instagram, ma io non c’ero e di quel nuovo social non capivo ancora nulla. Forse per quello per me la vera nascita di Instamamme è stata il 14 gennaio di due anni fa, con il nostro primo sito. Un parto cui ho assistito, ero lì, c’ero.
C’era anche il mio proto-calendario, lontano anni luce dal delirio di adesso. C’erano i racconti delle prime fasi della vita qui, c’erano le foto dei miei figli, c’erano le mie esperienze, c’era il mio nome, insieme a quello di altre persone.

Spiegare oggi cosa sia per me Instamamme è insieme complicato e facilissimo.
Instamamme è un nido caldo quando mi sento giù, è un progetto realizzato, è qualcosa che ho contributo a creare.
Instamamme è la quotidianità, il telefono controllato appena sveglia e la buonanotte la sera.
Instamamme è una community, ma è anche, profondamente, un rapporto a otto in cui ci vuole pazienza, affetto, stima, voglia di tenersi.

Ecco, quello che la nostra community vede ogni giorno, è proprio la polaroid appena scattata di questo strano matrimonio a otto, delle idee che ribollono e si rimpallano, della voglia di mettersi e vedersi in gioco.

Instamamme è qualcosa che mi ha cambiata, che mi ha fatto mettere in discussione la mia repulsione per l’appartenenza, che mi ha dato fiducia in me.
Ecco, questo è Instamamme, oggi per me. Ogni giorno un traguardo e un nuovo inizio di percorso, una spinta a migliorarmi e a mettermi in gioco.

Ci ripensavo l’altro giorno, a ridosso di questa data per me così importante, a quelle carte lette in strada in una calda serata ferrarese.
Forse è vero che alcune cose sono scritte nel destino, ma sicuramente dipende da noi scegliere che percorsi prendere ad ogni bivio. Ad un certo punto della mia strada ho scelto un bivio che mi vedeva camminare insieme ad altre donne.
Quell’aggregazione non si vedeva neanche da lontano: l’idea di poter formare una community con più di 9 mila followers non era neanche contemplata.
La riconosco oggi, quando scrivo mail e mi si risponde con affetto, quando se mi presento come una delle fondatrici di Instamamme, c’è chi capisce al volo di cosa sto parlando e anche come penso e come scrivo.

Ripensare oggi a quelle carte mi dice che forse, a chissà quale bivio ho scelto la strada giusta… che lo sia in assoluto non posso dirlo, ma di sicuro è stata quella giusta per me.

lunedì 12 gennaio 2015

Malinconia, che porta il vento



I bambini sono a scuola. Fuori c’è l’Harmattan.

Dentro le mie finestre chiuse mi chiedo se anche  questa polvere portata dal vento un giorno mi mancherà.
Se l’aspetterò come un cambiamento, se metaforicamente affidare a questo vento qualcosa di me che non voglio più portarmi dietro.

Vedo, dietro l’angolo di questo anno appena accennato, i tanti cambiamenti che mi aspettano e non so se sono pronta a lasciare questo posto in cui ho imparato ad essere me, senza alibi né zavorre o corde di salvataggio.

Ogni cosa determinata temporalmente ha il sapore acre dell’ultima volta che la vivi in un contesto che sei destinato a lasciare.

Mi chiedo se pateticamente cercherò di ricrearmi una vita africana in Italia, se mi mancheranno così tanto gli appigli ormai stabili che mi sono ricavata a poco a poco tra le rocce di una quotidianità difficile e sostanzialmente solitaria. Ci ho lasciato unghie e sangue, su quelle rocce. Ma sono oggi il posto dove cammino più spedita. I sentieri più facili e conosciuti, quelli che posso fare ad occhi chiusi.

Per ogni cosa che metto via, per ogni cosa che sistemo, mi chiedo se è un mettere via provvisorio o definitivo, se ci saranno ancora occasioni africane per quella cosa o se dovrò ritrovarne di italiane.

Questo posto che ho amato tanto, oggi mi sta rendendo più facile il commiato, tra medicine, malesseri, clima pesante. Ogni giorno più stanchezza e un pezzo di cuore che supera il sahara e torna da dove è partito più di tre anni fa.

Resta da vedere che figura verrà fuori, una volta ricomposti i pezzi.

mercoledì 7 gennaio 2015

Conquiste, molto in alto



22 dicembre

Ciao, vivi ad Abidjan?

Ciao, sì vivo ad Abidjan.

Dove?

Cocody

Ah, ti va di darmi un passaggio?

Sai, non credo di potere: mi vengono a prendere e la macchina sarà piena.

Gli viene un dubbio.

Ma hai già un marito?

Mostro l’anulare

Sì, sono sposata

Oh peccato! Ecco sono sempre sfortunato!

Fa un po’ di scena da uomo disperato poi si ripiglia e aggiunge sornione

Ma io non sono geloso…

Voglio fare la simpatica

Mannaggia! (schiocco anche le dita) Dai, sarà per la prossima vita!

Mi guarda intensamente, ridendo

La prossima vita potrebbe iniziare dopodomani, se vuoi.

Non ho ancora capito se è stato per il rossetto nuovo, l’evidente felicità del tornare a casa o più facilmente per gli alcolici serviti a bordo.
Bentornata ad Abidjan!