lunedì 7 dicembre 2015

Nuovi equilibri da ricostruire



Tra poco meno di una settimana torneremo ad essere quattro, nella Tana.
Questi due mesi e mezzo di famiglia divisa, sono stati pesantissimi e parimenti importanti per tutti noi.

Il Marito Paziente ha scoperto una dimensione individuale che si era sempre negato a favore di una più familiare, in cui i suoi interessi o desideri si auto soffocavano nel senso di colpa di voler essere anche se stesso, oltre che Marito Paziente e Padre Eccezionale.

La Fra, dal canto suo, si è confrontata con mille cose, alcune belle alcune meno, quasi tutte molto faticose sia fisicamente che mentalmente. Ha dovuto affrontare la sua più grande incapacità, quella di prendere decisioni autonome e di gestire tutto da sola.

La Fra è un’ottima organizzatrice della vita altrui, ma nella propria è un disastro. Dipendente e poco incline allo scegliere (dal gusto della pizza in su, per capirci), la Fra si è trovata improvvisamente catapultata in una dimensione dove ogni singola scelta era a suo appannaggio: dal cosa, quando, come, dove mangiare al tipo di scarpe da prendere ai bambini, dal come gestire i compiti dei bambini a come gestire il loro tempo tra le varie attività, dal colore dei muri al verso del parquet.

La Fra in questi mesi italiani ha creato una casa da uno spazio dove c’erano solo i muri, ha parlato con operai, ha comprato lampade, armadi, piante, ha disposto mobili. Ha preparato e vissuto il nido.
E ha scoperto, ha avuto la grande possibilità di scoprire, la felicità della stanchezza sana, di chi sa che ogni giorno ha veramente fatto tutto ciò che poteva fare.

Il Marito Paziente mi è mancato in tutti i momenti in cui ho avuto la possibilità di pensare. Ma per quanto fossi e sia stanca veramente oltre il limite, quello che mi è mancato di lui non è il suo aiuto. Mi è mancata la persona, non il ruolo.

E questo ritorno da una parte mi riempie il cuore di gioia pura e autentica, mentre dall’altra mi spaventa: questi mesi nella Tana sono stati mesi di piccoli passi per trovare un equilibrio che permettesse a me e ai patati di vivere serenamente, sono stati mesi di aggiustamento costante del tiro e sono stati un periodo bellissimo di complicità tra me e i miei figli.
Marito Paziente dovrà inserirsi in una nuova realtà, un’evoluzione delle tre persone che lo hanno accompagnato ad un treno due mesi e mezzo fa e che non sono più le stesse.
Sarà difficile per lui inserirsi, sarà difficile per me lasciargli un posto in un equilibrio conquistato così a fatica.

Quando scopri, perché poi alla fine è tutta una grande scoperta, di non aver bisogno di una persona dal punto di vista pratico, di saper vivere, o nei momenti peggiori sopravvivere, anche da sola… far rientrare qualcuno è difficile.
La gestione di una famiglia non ha nulla a che vedere con l’amore e col sentimento: è pratica, organizzazione, scelta. L’amore è altro e male si incastra nella difficoltà di ridarsi compiti e spazi.
Unire due volontà apre la strada al compromesso, ad un confronto cui non siamo più abituati.
Sarà l’ennesimo equilibrio da ritrovare, o da ricostruire.