giovedì 14 maggio 2015

Interviste e pensieri

Un po' di tempo fa mi ha contattata Alessia, proponendomi di essere una delle intervistate per la sua intervista doppia (semiseria) di maggio.
Quadi 20 giorni per risponderle e più di 10 per scriverlo qui, un record.
Comunque ecco la bella intervista che ne è venuta fuori: http://www.mammacongelo.it/intervista-doppia-semiseria-7/

Come si vede sono un filo, ma proprio un filo (non ve ne foste accorti qui o su Instamamme), logorroica :-D
Anni che provo ad essere essenziale e concisa ma no, niente da fare. ^^'

Per il resto, ho sempre meno tempo per condividere, un po' perché presa da mille cose mentali, un po' perché presa da un bruciante anticipo di nostalgia, un po' (tanto) perché presa da Instamamme che non è un lavoro ma lo è di fatto.
Un po' perché sto cercando di godermi TUTTO quello che mi resta qui: di uscire di più, di vivere di più, di parlare di più.
Sento franarmi la terra sotto i piedi e non so come muovermi per non cadere con lei.
Vorrei portare tutto questo con me e sono cosciente che solo quello che mi sarà entrato dentro potrà essermi compagno, per questo sono bulimica di sorrisi, parole, esperienze, sole, piante, frutta, odori, colori.

Vedo i pipistrelli passare vicino al mio terrazzo la sera, vedo le palme, la laguna; odoro l'aria di cioccolato e frutta tropicale; mi godo la ginnastica fatta in una piscina in cui sopra di me c'è solo il cielo.
Mi godo la libertà di essere me stessa, libertà che nel mio paese non mi sono mai sentita addosso, neanche per sbaglio.

Sono giorni di negazione e di un vivere intenso. Questo posto mi ha dato tanto e non so spiegarlo a chi tutto felice mi dice "dai che stai per tornare a casa!"
Ma io non sono affatto sicura che la mia casa sia quella che ho lasciato 3 anni e mezzo fa...

lunedì 4 maggio 2015

Chiaroscuri



L’altra sera ero ad una cena con amici e si parlava dello stare qui, soprattutto del come viene percepito altrove, lo stare qui.

Quando dico che vivo in Costa d’Avorio, ottengo in genere solo due tipi di risposte:

1. Wow ma che figo, ma beata tu, è bellissimo, l’Africa è stupenda, tramonti su spiagge e palme e vita a bordo oceano.
2. Ommioddio ma dove cazzo vivi, ma come fai, sei coraggiosissima, io non ce la farei mai, in mezzo al nulla in un posto sperduto.

Ovviamente la realtà è in quella zona mediana che nessuno immagina. Non viviamo in un villaggio Valtur né in una capanna di fango.
Una volta, in Italia, mi chiesero se qui avessi la televisione in casa, se avessi acqua, se ci fosse corrente.
Ehm sono in una capitale e mio marito lavora in un’Ambasciata, secondo te?

L’Africa è un luogo strano pieno di enormi contrasti e penso uno dei luoghi maggiormente stereotipati dell’intero pianeta.
Quando dici che sei in Costa d’Avorio molte persone non sanno dove si trovi, allora allarghi il confine e dici Africa.
Da allora in poi la mente registra “Africa” e partono tutta una serie di immagini viste in tv, su internet, nei sussidiari delle elementari o nei libri di geografia di medie e superiori.

Africa, per molti, è un luogo ancestrale e romantico, il luogo del selvaggio, dove il selvaggio significa naturale, senza sovrastrutture, un luogo dove è facile innamorarsi.
Africa, per molti, è la capanna senza nulla, sono bambini con la pancia gonfia, denutriti, abbandonati. È un posto dove si muore, più che dove si vive.

L’Africa è ovviamente entrambe le cose, in ogni nazione che la componga.
La Costa d’Avorio stessa è entrambe le cose, addirittura Abidjan è entrambe queste cose.

Chi vede da fuori vede il bianco e vede il nero, i suoi occhiali non permettono di vedere le sfumature. La bellezza nella difficoltà, la bruttezza nella facilità. La difficoltà della felicità, a volte.

Invece questo è un posto di chiaroscuri, di cose mediate, dove alcune cose sono più facili di quanto si possa pensare e altre cose inspiegabilmente difficili se non inarrivabili.

C’è chi vive nella bidonville ma ha il satellite (giuro), c’è chi manda i figli alla scuola privata ma non si preoccupa se chi lavora per lui puzza in maniera inenarrabile.
Contrasti, a volte sfortune, a volte scelte.
Un mondo sfumato tra bianco e nero, tra ciò che era nero e ciò che il bianco ha reso grigio, tra ciò che è ancora bianco.

Un caleidoscopio di realtà con grandi contrasti agli estremi e infiniti punti intermedi, da scoprire, da vivere, da raccontare.

Ma spesso gli occhiali della gente vedono solo il bianco e il nero. E tutta la poesia e il dramma del grigio va irrimediabilmente perduta.