domenica 23 agosto 2015

Get back (to where you once belonged)



Avevo sempre pensato che sarebbe stato un ricominciare da zero, una tabula rasa da ricostruire e sui scrivere senza un passato, senza una storia. Un nuovo inizio da sballare.

Poi… poi sono tornata alla Terra di Mezzo e tutto ha preso una dimensione nuova.
Ho camminato e guidato senza pensare, lasciandomi sopraffare dalle sensazioni, dai ricordi, dagli odori, dai colori.

Ed è stato il pomeriggio di giugno di una piccola passeggiata a Punta Ala con un passeggino e la consapevolezza di due lineette colorate di poche ore prima.

Ed è stata la casa che ci ha visto diventare famiglia, la porta che si è aperta e la sensazione che fosse la nostra prima casa, quella giusta per i nostri sogni e per il nostro amore.

Ed è stata la strada dell’ultimo viaggio in due e di quello di ritorno in tre, e poi, qualche mese dopo,in quattro. Quel monte che ci salutava pieno di luci e ci accompagnava a scoprire i nostri figli mi parlava di calma e serenità.

Ed è stata la scuola in cui i Patati hanno conosciuto i loro primi amichetti, quelli che oggi li aspettano per giocare insieme.

Ed è stato un turbinio di sensazioni, come un vento leggero che increspa la pelle e forte che scuote il cuore.

E poi è stata quella casa che aveva il nostro nome sopra ma che non parlava di noi. È stato un modificarne il linguaggio per riconoscersi e capirsi, finalmente.

Ci sono posti in cui nasci, in cui vivi, in cui cresci e poi ci sono posti in cui getti i tuoi semi, in cui la vita ti inzuppa di emozioni e lacrime, in cui ogni angolo è pezzo del tuo puzzle.
Ci sono posti a cui appartieni, e arriva semplicemente e meravigliosamente il momento di riappropriartene.

martedì 4 agosto 2015

... faticosamente bellissimo...



È un’estate strana, questa.
Probabilmente l’ultima estate senza soffrire il caldo (ebbene sì, del resto si era abituati a ben altro!) (ma ovviamente rimetteremo a paro con l’inverno, eh) e con tante, TANTE, cose da rimettere a posto sia fisicamente che emozionalmente che, inaspettatamente, mentalmente.

Tante cose stanno trovando una collocazione, in questa prima estate italiana vissuta da abitanti dopo 4 anni da turisti. Stati d’animo, preoccupazioni, riflessioni, sensi di colpa, fatti accaduti.
Una nuova luce su tutto, che illumina angoli bui e dimenticati o volutamente lasciati indietro; che porta cose allo scoperto, cose da affrontare o comunque da guardare per quelle che sono e sono state.

E anche su questo, pochi, pochissimi interlocutori, e forse è giusto così. Non perché non ci sia merito, ma perché pochi potrebbero capire. A volte più che il percorso, anche le persone più importanti meritano il risultato. Per me, che ho sempre condiviso tanto, forse troppo, è una svolta epocale. Una delle tante di questo periodo.

Mi ero immaginata questa estate come un periodo faticoso e pesante. E faticosa lo è stata, lo è e lo sarà ma pesante, ecco, no.
Ci sono fatiche brutte e fatiche buone, in fondo. Quelle che ti fanno crescere sono il cardine del secondo gruppo e anche quelle che ti portano più lontano. Sono i casi in cui il viaggio è più interessante dell’arrivo.
Che poi, onestamente, si arriva mai? Non siamo tutti esistenze in divenire?

E così ho semplicemente smesso di cercare di anticipare tutto per non incorrere nella mia più grande nèmesi: l’imprevisto. Quelle che saranno le tappe del mio percorso, le scoprirò volta per volta e le vivrò esattamente per quello che sono: tappe.
Non so dove mi porterà questo ritorno, né dove mi porterà il lavoro su me stessa che mi sto regalando… ma va bene così.

Ho una gran sete di cambiamento, forse perché sono andata nel luogo giusto e mi è stato offerto il giusto bicchiere per berlo e bermi.
A  volte nel bere ci saranno retrogusti amari, a volte il tutto scenderà lasciando sapori dolci: nulla è facile in assoluto, e io continuo a diffidare delle cose facili e non sudate,  ritengo che ogni cosa importante voglia il tuo tributo tra impegno e capacità di mettersi in discussione e di scardinare ciò che il tempo ha bloccato in modi che non ci rappresentano.

In quest’estate di tante domande poste o nate dentro, e di poche risposte oneste e sincere, tutto sta prendendo una nuova luce, ed è faticosamente bellissimo.