martedì 4 agosto 2015

... faticosamente bellissimo...



È un’estate strana, questa.
Probabilmente l’ultima estate senza soffrire il caldo (ebbene sì, del resto si era abituati a ben altro!) (ma ovviamente rimetteremo a paro con l’inverno, eh) e con tante, TANTE, cose da rimettere a posto sia fisicamente che emozionalmente che, inaspettatamente, mentalmente.

Tante cose stanno trovando una collocazione, in questa prima estate italiana vissuta da abitanti dopo 4 anni da turisti. Stati d’animo, preoccupazioni, riflessioni, sensi di colpa, fatti accaduti.
Una nuova luce su tutto, che illumina angoli bui e dimenticati o volutamente lasciati indietro; che porta cose allo scoperto, cose da affrontare o comunque da guardare per quelle che sono e sono state.

E anche su questo, pochi, pochissimi interlocutori, e forse è giusto così. Non perché non ci sia merito, ma perché pochi potrebbero capire. A volte più che il percorso, anche le persone più importanti meritano il risultato. Per me, che ho sempre condiviso tanto, forse troppo, è una svolta epocale. Una delle tante di questo periodo.

Mi ero immaginata questa estate come un periodo faticoso e pesante. E faticosa lo è stata, lo è e lo sarà ma pesante, ecco, no.
Ci sono fatiche brutte e fatiche buone, in fondo. Quelle che ti fanno crescere sono il cardine del secondo gruppo e anche quelle che ti portano più lontano. Sono i casi in cui il viaggio è più interessante dell’arrivo.
Che poi, onestamente, si arriva mai? Non siamo tutti esistenze in divenire?

E così ho semplicemente smesso di cercare di anticipare tutto per non incorrere nella mia più grande nèmesi: l’imprevisto. Quelle che saranno le tappe del mio percorso, le scoprirò volta per volta e le vivrò esattamente per quello che sono: tappe.
Non so dove mi porterà questo ritorno, né dove mi porterà il lavoro su me stessa che mi sto regalando… ma va bene così.

Ho una gran sete di cambiamento, forse perché sono andata nel luogo giusto e mi è stato offerto il giusto bicchiere per berlo e bermi.
A  volte nel bere ci saranno retrogusti amari, a volte il tutto scenderà lasciando sapori dolci: nulla è facile in assoluto, e io continuo a diffidare delle cose facili e non sudate,  ritengo che ogni cosa importante voglia il tuo tributo tra impegno e capacità di mettersi in discussione e di scardinare ciò che il tempo ha bloccato in modi che non ci rappresentano.

In quest’estate di tante domande poste o nate dentro, e di poche risposte oneste e sincere, tutto sta prendendo una nuova luce, ed è faticosamente bellissimo.

4 commenti:

  1. Ciao fra! io invece sono contenta per te, che magari questo rientro non lo volevi, né volevi essere catapultata in questo lavoro su te stessa un po' per forza. Ma sono contenta che tu ci sia, ne verrà fuori qualcosa di buono, per poco che io ti conosca.
    E intanto continuerò a leggerti perché soprattutto mi incuriosisce questa facce da degli angoli bui lasciati indietro: a volte mi chiedo se non sia qualcosa che tutti noi esploratori di altri luoghi fisici o dell'anmia, prima o poi dobbiamo affrontare. Ti abbraccio!

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  2. Bellissime parole.
    Siamo sempre in viaggio, verso qualcosa, verso esperienze ripetute o nuove che siano, siamo sempre in trasformazione, lo richiede lo steso vivere

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  3. si sente la verità delle tue parole... quel sapore della fatica che è necessaria per arrivare al mistero racchiuso in tutto. Grazie, molto bello

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