Quattro anni fa, ora più ora meno, arrivava la telefonata che avrebbe
ufficialmente cambiato gli anni seguenti della nostra vita, confermandoci una
partenza e destinandoci ad un posto del mondo che conoscevamo per preconcetti e
stereotipi.
Ricordo ancora perfettamente l’atmosfera surreale che ne era seguita: un misto tra felicità, smarrimento, terrore, incredulità. Ricordo la grande adrenalina e la sensazione di vuoto cosmico quando ci si ponevano interrogativi tipo “e ora?”
Ricordo ancora perfettamente l’atmosfera surreale che ne era seguita: un misto tra felicità, smarrimento, terrore, incredulità. Ricordo la grande adrenalina e la sensazione di vuoto cosmico quando ci si ponevano interrogativi tipo “e ora?”
Ricordo l’intensità di ogni cosa che faceva parte di quel
nuovo percorso o che ne veniva risucchiata.
Ricordo la grande quantità di fogli in cui appuntavo ogni minima cosa da fare perché la tabella di marcia era serratissima e non lasciava scampo.
Ricordo le critiche ricevute, le accuse di essere pazzi e incoscienti, la ferita del sentirsi giudicati per una scelta positiva ma tutto sommato difficile.
Ricordo viaggi in macchina in giro per l’Italia alla ricerca di una macchina sicura da portare con noi, per tenerci al sicuro una volta lì.
Ricordo vaccini e bambini stralunati.
Ricordo coincidenze e imprevisti difficili.
Ricordo le mille spese, le camere progettate per accoglierci. Ho ancora quegli schizzi, da qualche parte.
Ricordo la grande quantità di fogli in cui appuntavo ogni minima cosa da fare perché la tabella di marcia era serratissima e non lasciava scampo.
Ricordo le critiche ricevute, le accuse di essere pazzi e incoscienti, la ferita del sentirsi giudicati per una scelta positiva ma tutto sommato difficile.
Ricordo viaggi in macchina in giro per l’Italia alla ricerca di una macchina sicura da portare con noi, per tenerci al sicuro una volta lì.
Ricordo vaccini e bambini stralunati.
Ricordo coincidenze e imprevisti difficili.
Ricordo le mille spese, le camere progettate per accoglierci. Ho ancora quegli schizzi, da qualche parte.
E oggi… oggi suona tutto strano. Un po’ come guardarsi da
fuori e rendersi conto che quella lì eri tu e non lo sei più stata.
L’acqua passata sotto i ponti ci ha portato lontanissimi da dove ci aveva raccolti, ci ha fatto attraversare placide lagune e mari in tempesta, insegnandoci a goderci le prime e ad affrontare le seconde.
Ci ha reso più maturi e più coscienti di noi, ha trasformato quella che pensavamo essere una coppia in una vera coppia e lo ha fatto con carezze e con schiaffi duri e secchi.
L’acqua passata sotto i ponti ci ha portato lontanissimi da dove ci aveva raccolti, ci ha fatto attraversare placide lagune e mari in tempesta, insegnandoci a goderci le prime e ad affrontare le seconde.
Ci ha reso più maturi e più coscienti di noi, ha trasformato quella che pensavamo essere una coppia in una vera coppia e lo ha fatto con carezze e con schiaffi duri e secchi.
Se ripenso a quella fra, non mi sembra neanche che mi
assomigli poi tanto. Di quei due lì, che si sono guardati smarriti in una calda
(pensavano) mattinata di fine luglio di 4 anni fa, a ben guardare non è rimasto
poi molto. Li guardiamo con simpatia, e siamo felici di esserceli lasciati alle
spalle.
Oggi la fra è alle prese con l’organizzazione di un ritorno
insieme facile e difficilissimo e il Marito Paziente è ancora a dispiegare una
quotidianità che si esprime in francese, e vi resterà fino a fine anno. Uno
strano anniversario, nel ricordare silenziosamente un po’ come tutto è
cominciato, con una fra in bilico tra l’euforia di ricominciare e lo
smarrimento del lasciare persone, luoghi e cose.
Oggi la fra non si sente in bilico: sa chi è e da dove viene, sa cose che ignorava, vede cose che non vedeva.
Però le piace ancora ricordare quello smarrimento iniziale con tenerezza e indulgenza, e soprattutto con la certezza delle sue nuove consapevolezze. È iniziata un’altra tappa, chissà stavolta l’acqua dove ci porterà…
Oggi la fra non si sente in bilico: sa chi è e da dove viene, sa cose che ignorava, vede cose che non vedeva.
Però le piace ancora ricordare quello smarrimento iniziale con tenerezza e indulgenza, e soprattutto con la certezza delle sue nuove consapevolezze. È iniziata un’altra tappa, chissà stavolta l’acqua dove ci porterà…
un abbraccio, è bello leggerti più serena
RispondiEliminagrazie <3, ricambio l'abbraccio!
EliminaPensi che vi porterà ancora oltre oceano un giorno?
RispondiEliminamai dire mai, ma è onestamente molto difficile che accada ^^'
Elimina