giovedì 14 febbraio 2013
Traslochi
Aveva giurato che mai più.
Che la prossima volta sarebbe toccato a qualcun altro.
Che no, no, no e poi no.
Ecco.
E invece.
Invece è capitata l’occasione e si sa che l’occasione fa l’uomo ladro.
E quindi la famiglia latana ha deciso di cambiare casa.
Di spostarsi di quei tre piani che le avrebbero consentito di non accendere la luce per fare colazione e di non dover togliere la muffa dalle scarpe.
Tre piani in più, con l’ascensore.
Fin qui tutto figo.
Però nella Maison Latana sia mai che le cose non diventino più complicate.
Il collega e amico di cui avremmo preso il posto la lasciato la casa (e la Cote d’Ivoire) il 1 febbraio.
Noi avevamo i biglietti già pagati per l’Italia con partenza il 15.
Nel frattempo casa andava “rinfrescata” e ridipinta (tutta) e ovviamente fatto il trasloco.
Per dipingere pareti e soffitti di casa nostra, gli operai si sono presentati senza scala e senza prolunga per il rullo. Quando si dice organizzati.
Discorso a parte merita la pittura.
Forse gli aficionados che seguivano il vecchio blog si ricordano che la fra è dalla prima casa, nel 2004, che voleva fare almeno una parete rossa scura in soggiorno. Ebbene, incoraggiata dalla maggiore luce della casa nuova, la fra ha deciso, con l’acquiescenza del Marito Paziente (che è tale mica a caso) di far dipingere TUTTE le pareti del soggiorno di un meraviglioso rosso scuro.
Il contingente adulto della Tana si è quindi recato nel negozio di tinte, ha scelto sulla mazzetta il colore e l’ha ordinato.
Quando la fra è tornata a prenderlo le è parso subito evidente che il colore non era quello:
“ehm, Je suis désolé mais la couleur n'est pas la même que j'ai choisi“ (ehm, mi scusi ma non è il colore che ho scelto)
“Oh oui oui, est le même, est très jolie“ (oh, sì, sì, è lo stesso, è molto bello)
“il sera jolie mais ce n'est pas la même chose que celui que j'ai commandé“ (sarà bello, ma non è la stessa cosa che ho ordinato)
“va l'essayer sur le mur et voir qui est le même“ (vada a provarlo sul muro e vedrà che è lo stesso)
Fatta la prova sul muro è risultato ovvio che la fra aveva ragione: aveva ordinato un rosso sangue cupo e scuro e si trovava davanti un rosso natale brillante che manco in un bordello dell’est.
Tornati lì ci siamo fatti cambiare il colore, ma non sembrava ci fosse modo di ottenere quello che volevamo: ha fatto 4 prove e tutte le volte nella scala della mazzetta non beccava quello giusto.
Quando eravamo lì lì per rinunciare, una signora che era lì per lo stesso motivo, appoggia sul tavolo il provino del colore che le avevano dato per sbaglio e… era il nostro!!! Cioè era del tutto un altro colore sulla mazzetta (lo davano per “amarena”), ma l’effetto era praticamente quello che volevamo. Eureka!
Dopo averlo steso la fra si è resa conto che in realtà è un rosso scurito col blu e non col marrone come lei avrebbe preferito, ma ora la maison latana ha uno splendido soggiorno rosso barocco che la fra ama da morire!
Insomma, i lavori son durati una settimana. Il ché ha significato che c’è stata solo la domenica per portare su i mobili e che il resto dei giorni fino alla partenza (che sarà domani) la fra (con un marito, come al solito, impossibilitato a prendere ferie) li abbia passati a sherpizzarsi per fare, portare fino all’ascensore, portare dall’ascensore a casa e poi disfare e sistemare un numero improbo di scatoloni, provviste, vestiti e giochi.
La fra inizia a pensare che l’occasione forse farà pure l’uomo ladro, ma sicuramente la donna scema.
E stanca.
giovedì 7 febbraio 2013
Lady Dementor
Verso la fine di novembre alla fra era parso abbastanza chiaro che bisognava darci un taglio. Porre rimedio. Metterci una pezza.
Insomma la fra ha capito che l’incontro col male era ormai inevitabile.
Il Male in questione è entrato della vita della famiglia latana attraverso la figura di Lady Dementor, nutrizionista.
L a fra erano mesi che ci pensava, al fatto che doveva assolutamente dimagrire e si era fatta pure vedere da un diabetologo (ché la fra ha un’insulina del tutto inefficace, per abbassarle gli zuccheri gliene serve un secchio pertanto è iperinsulinemica) scoprendo che il rischio diabete era scongiurato ma che in compenso c’era una piccola insufficienza renale, figo.
Insomma, onestamente, questa cosa e le altre sfighe mediche avevano dato alla fra l’alibi per rimandare quell’incontro che temeva più di tutti gli altri.
Mettersi a dieta alla fine non è mai un piacere per nessuno, più che nella sostanza nell’aspetto psicologico dell’avere qualcuno che ti limita, che ti controlla, che, nel caso, ti cazzia pure.
Ed è stato con questo spirito che la fra, a fine novembre, si è recata da Lady Dementor.
Lady Dementor le ha detto l’equivalente francese e un po’ più diplomatico (ma manco tanto) di “così muori giovane, pesi troppo, devi dimagrire” ci mancava un “donna partorirai con grande dolore” e poi avrebbe fatto scopa, come dire.
Per avvalorare la sua tesi, quand’anche ce ne fosse bisogno, Lady Dementor ha anche gentilmente accompagnato la fra presso la bilancia e ce l’ha fatta salire.
Porcocazzo, ha pensato la fra, che qui numeri lì non li aveva MAI visti.
Porcocazzo, ha detto in una lingua sconosciuta Lady Dementor.
Da allora è stata una tragedia. Ha tirato fuori un fascicoletto in cui ha iniziato a barrare tutte le cose che la fra non avrebbe potuto e dovuto mangiare, quelle che andavano benino e quelle a volontà.
Pas des feculant.
Ecco, la fra mica aveva capito bene, ci è arrivata dopo.
Dopo che, in seguito alla misurazione della pressione risultata piuttosto alta, Lady Dementor ha detto “devi mangiare senza sale” e la fra le ha detto “guardi io il sale non lo metto da nessuna parte, la carne l’ho sempre mangiata sciapa… l’unica cosa che non riesco proprio a mangiare senza sale è la pasta”
“ma infatti lei NON DEVE mangiare la pasta, è semplice”
Ed è stato allora che alla fra è sembrato che tutto diventasse buio e che lei non potesse più essere felice e la nutrizionista ha assunto le sembianze di un Dissennatore.
“com..io..non..past…NO”
Questa è stata la risposta, di getto, della fra.
Che fa diete da quando aveva 8 anni, quindi da circa 4/5 della sua vita e cui nessuno ha MAI vietato la pasta.
Voglio dire: ad un’italiana gli togli la pasta… ammazzami pure il cane e fai pari.
È finita con una fra praticamente in lacrime e Lady Dementor decisamente contrariata (lei!)
…
…
…
E sì, OVVIO che la fra ha seguito la dieta, concedendosi una cinquantina di grammi di pasta solo la domenica e neanche sempre, evitando il sale anche nei pomodori, mangiando formaggi light e bevendo bibite senza zucchero (ok tutto, ma solo acqua no, eh!). E, tutto sommato, non è stato neanche così tanto duro.
La fra nel frattempo, da fine novembre ad oggi, ha fatto due controlli.
Ad entrambi, Lady Dementor ci mancava poco la baciasse.
Ci siamo lasciati indietro, alla pesata di fine gennaio, quasi 12 kg.
Se la fra avesse saputo che sarebbe bastato togliere la pasta e stare attenta al resto lo avrebbe fatto molto prima, si sappia.
Ah, avendole detto che si sarebbe partiti per l’Italia il 15, Lady Dementor ha fissato l’appuntamento romantico con la fra per San Valentino e poi le ha dato tutti i suoi recapiti, così rimaniamo in contatto mentre è in Italia.
La fra non ha ancora capito se perché si è innamorata di lei o per controllarla meglio.
E, a ben guardare, non sa di quale delle due opzioni avere più paura.
domenica 27 gennaio 2013
Dottor NdocoLiocoLio, agopuntoLe in Abidjan
Quando il lungo periodo di sfighe mediche ebbe messo a dura
prova non più solo il sistema nervoso della fra quanto, soprattutto, quello
fisico, nella famiglia latana è arrivato il panico.
Se infatti le varie sfighe avevano coinciso con il periodo di vacanza dei patati da scuola, la conseguente totale debolezza della fra si era verificata in pieno periodo scolare, il ché significava che il marito doveva fare i salti mortali carpiati per gestire il lavoro, i patati e la casa.
A quel punto, in fondo al tunnel della famiglia latana si è vista una luce. Dopo la serie di sfighe di cui sopra, si è anche temuto che fossero i fari di un treno che stava andando dritto e veloce verso di loro, ma con sprezzo del pericolo i nostri coraggiosi l’han seguita.
La luce si è concretizzata nel dottor NdocoLiocoLio, l’agopuntoLe di fiducia del vecchio ambasciatore, che pare avesse fatto grandi cose (oddio, si diceva anche di Voldemort… terribili sì, ma grandi).
Insomma la fra era scettica, lo ammette senza problemi, ma quando è più di un mese che ti stanno curando con medicine tradizionali e il palese risultato è che non solo non hai risolto tutti i problemi ma in più ti reggi in piedi per misericordia divina, allora tenti tutto (ché la fra se le avesse fatto passare il dolore al dente avrebbe accettato anche la cocaina, si sappia), aghi compresi.
Che poi, voglio dire, la fra non era esattamente una verginella: aveva già fatto l’esperienza dell’agopuntura più di 10 anni fa in Italia: si era trovata bene con la cura e male col dottore e quindi aveva smesso.
Insomma, la fra e il Marito Paziente decidono di rivolgersi a NdocoLiocoLio.
Arrivano e vengono fatti accomodare prima in un soggiorno, dove viene loro offerto un tea verde al gelsomino (senza zucchero come lo prende la fra. Un punto a favore), poi in uno studio squallidissimo con luci al neon che diciamo non predispone esattamente bene la fra all’idea di spogliarsi e lasciarsi infilzare da un numero ancora incognito di aghi.
Il dialogo seguente è una traduzione, ovviamente, di quello realmente svoltosi. Immaginate però che i cinesi non hanno la R e che il francese è una lingua che ne ha fatto il suo punto di forza, della R: moscia arrotata, particolare ma sempre molto caratteristica.
Bene SignoLa, peLeché è qui? [qui immaginatevi la faccia di Marito Paziente davanti al primo pourquoi pronunciato puLcuà]
Sa dottore (e qui parte la serie di sfighe mediche)
Ah (catzo) (questo lo pensa, si vede, ma non lo dice). Cosa le hanno dato da pLendeLe peL tutte queste sfighe signoLa?
Ecco, (e qui parte la lista delle medicine prese nell’ultimo mese, praticamente la lista di nozze della fra con Ippocrate).
Ah (catzo) (lo ripensa, si vede), ma sono tLoppe medicine, antibiotici così tanti non è buona cosa!
Eh sì, lo so.
Ha fatto delle analisi? Il feLLo?
Il ferro è normale a livello di globuli rossi ed emoglobina, ma le riserve sono sotto la soglia del ridicolo.
DiLei che possiamo concentLaLci su una cosa sola peL volta, paLtiamo dalla deboletza?
Sì, mi pare una buona idea, Dottor NdocoLiocoLio.
Bene SignoLa latana, mi segua peL favoLe.
E qui la fra e il marito vengono accompagnati da un altro ragatzo attraverso un labirintico corridoio che fa molto Hammam, fino ad una stanza accogliente, con un lettino grande, comodo, in legno e dotato di materassino, praticamente una stanza da massaggi. Wow.
Si guardano piacevolmente sorpresi e il ragatzo dice alla fra di spogliarsi, che il dottoLe aLLiveLà subito.
La fra si spoglia e si sdraia, in attesa.
Dopo pochissimo arriva il dottor NdocoLiocoLio, fa vedere ai coniugi latana che gli aghi sono sigillati, li apre davanti a loro e guarda la fra spiaggiata sul lettino.
Dopodiché decide di inserire i suoi aghi sul piede, lo stinco, la coscia, la pancia, il polso e la mano della fra, che inizia a sentirsi diciamo un emmenthal.
Dopo averla preparata per lo spiedo, il Dottor NdocoLiocoLio li lascia soli.
Ed è allora che la fra si rende conto che nell’aria c’è un profumo che le sembra familiare.
E no, non è l’incenso che ci si sarebbe potuti aspettare.
Il sistema di aereazione della villa di NdocoLiocoLio spande nell’aere un netto odore di erba.
Erba medica.
Marijuana.
La fra e il Marito Paziente si guardano e iniziano a ridere come due scemi. La fra suggerisce di chiedere a NdocoLiocoLio se invece di spanderla nell’aria a sto punto non gli passa una cannetta, così a scopo terapeutico, ma il marito (chissà perché) non è dello stesso parere.
Nel frattempo torna il ragatzo, che da oggi chiameremo bLuciafette, con una stecca di carboncino, accesa!, e un piattino per evitare di cenerare a terra.
Da lì la fra capisce che la metafora dello spiedo rischia di non rimanere tale.
BLuciafette si avvicina ai piedi della fra e inizia ad avvicinare quelcazzo di simpatico carboncino
rovente alla pianta dei piedi della fra, che se c’è un punto che non possono
sfiorarle neanche col pensiero è proprio precisamente quello.
La fra le prova tutte: medita, si concentra su qualcosa, pensa alla musica, fa tecnica di rilassamento, aspira la marja più forte, ma nulla: il suo istinto primario è sempre quello di dare a bLuciafette un sonoro calcio nei denti.
Quando poi la fra è al limite della sopportazione e ha già la gamba flessa pronta al calcio di cui sopra, bLuciafette decide di fare la stessa cosa nei pressi degli aghi sulla pancia e la fra già immagina lo sfrigolio che sicuramente seguirà al “pancetta peL pLanzo oggi” che NdocoLiocoLio deve aver detto a bLuciafette quando si son dati il cambio.
Nonostante la paura fondata della fra di essere cotta alla brace, la seduta è finita poco dopo e lei si è rivestita, accorgendosi con sommo orrore di puzzare di fumo che neanche in un coffee shop ad Amsterdam.
Dopo aver rifatto il corridoio a ritroso, i nostri eroi sono andati a pagare la cifra ridicola di 30 euro (che la fra pagava 100 mila lire del vecchio conio più di dieci anni fa, in Italia), prendendo appuntamento per qualche giorno dopo.
Per ora la fra ha fatto una sola seduta e, di fatto, sta meglio.
Qualora le sedute non sortissero altri grandi effetti, la fra si è comunque rilassata.
E si è fatta pure una canna gratis, butta via!
Se infatti le varie sfighe avevano coinciso con il periodo di vacanza dei patati da scuola, la conseguente totale debolezza della fra si era verificata in pieno periodo scolare, il ché significava che il marito doveva fare i salti mortali carpiati per gestire il lavoro, i patati e la casa.
A quel punto, in fondo al tunnel della famiglia latana si è vista una luce. Dopo la serie di sfighe di cui sopra, si è anche temuto che fossero i fari di un treno che stava andando dritto e veloce verso di loro, ma con sprezzo del pericolo i nostri coraggiosi l’han seguita.
La luce si è concretizzata nel dottor NdocoLiocoLio, l’agopuntoLe di fiducia del vecchio ambasciatore, che pare avesse fatto grandi cose (oddio, si diceva anche di Voldemort… terribili sì, ma grandi).
Insomma la fra era scettica, lo ammette senza problemi, ma quando è più di un mese che ti stanno curando con medicine tradizionali e il palese risultato è che non solo non hai risolto tutti i problemi ma in più ti reggi in piedi per misericordia divina, allora tenti tutto (ché la fra se le avesse fatto passare il dolore al dente avrebbe accettato anche la cocaina, si sappia), aghi compresi.
Che poi, voglio dire, la fra non era esattamente una verginella: aveva già fatto l’esperienza dell’agopuntura più di 10 anni fa in Italia: si era trovata bene con la cura e male col dottore e quindi aveva smesso.
Insomma, la fra e il Marito Paziente decidono di rivolgersi a NdocoLiocoLio.
Arrivano e vengono fatti accomodare prima in un soggiorno, dove viene loro offerto un tea verde al gelsomino (senza zucchero come lo prende la fra. Un punto a favore), poi in uno studio squallidissimo con luci al neon che diciamo non predispone esattamente bene la fra all’idea di spogliarsi e lasciarsi infilzare da un numero ancora incognito di aghi.
Il dialogo seguente è una traduzione, ovviamente, di quello realmente svoltosi. Immaginate però che i cinesi non hanno la R e che il francese è una lingua che ne ha fatto il suo punto di forza, della R: moscia arrotata, particolare ma sempre molto caratteristica.
Bene SignoLa, peLeché è qui? [qui immaginatevi la faccia di Marito Paziente davanti al primo pourquoi pronunciato puLcuà]
Sa dottore (e qui parte la serie di sfighe mediche)
Ah (catzo) (questo lo pensa, si vede, ma non lo dice). Cosa le hanno dato da pLendeLe peL tutte queste sfighe signoLa?
Ecco, (e qui parte la lista delle medicine prese nell’ultimo mese, praticamente la lista di nozze della fra con Ippocrate).
Ah (catzo) (lo ripensa, si vede), ma sono tLoppe medicine, antibiotici così tanti non è buona cosa!
Eh sì, lo so.
Ha fatto delle analisi? Il feLLo?
Il ferro è normale a livello di globuli rossi ed emoglobina, ma le riserve sono sotto la soglia del ridicolo.
DiLei che possiamo concentLaLci su una cosa sola peL volta, paLtiamo dalla deboletza?
Sì, mi pare una buona idea, Dottor NdocoLiocoLio.
Bene SignoLa latana, mi segua peL favoLe.
E qui la fra e il marito vengono accompagnati da un altro ragatzo attraverso un labirintico corridoio che fa molto Hammam, fino ad una stanza accogliente, con un lettino grande, comodo, in legno e dotato di materassino, praticamente una stanza da massaggi. Wow.
Si guardano piacevolmente sorpresi e il ragatzo dice alla fra di spogliarsi, che il dottoLe aLLiveLà subito.
La fra si spoglia e si sdraia, in attesa.
Dopo pochissimo arriva il dottor NdocoLiocoLio, fa vedere ai coniugi latana che gli aghi sono sigillati, li apre davanti a loro e guarda la fra spiaggiata sul lettino.
Dopodiché decide di inserire i suoi aghi sul piede, lo stinco, la coscia, la pancia, il polso e la mano della fra, che inizia a sentirsi diciamo un emmenthal.
Dopo averla preparata per lo spiedo, il Dottor NdocoLiocoLio li lascia soli.
Ed è allora che la fra si rende conto che nell’aria c’è un profumo che le sembra familiare.
E no, non è l’incenso che ci si sarebbe potuti aspettare.
Il sistema di aereazione della villa di NdocoLiocoLio spande nell’aere un netto odore di erba.
Erba medica.
Marijuana.
La fra e il Marito Paziente si guardano e iniziano a ridere come due scemi. La fra suggerisce di chiedere a NdocoLiocoLio se invece di spanderla nell’aria a sto punto non gli passa una cannetta, così a scopo terapeutico, ma il marito (chissà perché) non è dello stesso parere.
Nel frattempo torna il ragatzo, che da oggi chiameremo bLuciafette, con una stecca di carboncino, accesa!, e un piattino per evitare di cenerare a terra.
Da lì la fra capisce che la metafora dello spiedo rischia di non rimanere tale.
BLuciafette si avvicina ai piedi della fra e inizia ad avvicinare quel
La fra le prova tutte: medita, si concentra su qualcosa, pensa alla musica, fa tecnica di rilassamento, aspira la marja più forte, ma nulla: il suo istinto primario è sempre quello di dare a bLuciafette un sonoro calcio nei denti.
Quando poi la fra è al limite della sopportazione e ha già la gamba flessa pronta al calcio di cui sopra, bLuciafette decide di fare la stessa cosa nei pressi degli aghi sulla pancia e la fra già immagina lo sfrigolio che sicuramente seguirà al “pancetta peL pLanzo oggi” che NdocoLiocoLio deve aver detto a bLuciafette quando si son dati il cambio.
Nonostante la paura fondata della fra di essere cotta alla brace, la seduta è finita poco dopo e lei si è rivestita, accorgendosi con sommo orrore di puzzare di fumo che neanche in un coffee shop ad Amsterdam.
Dopo aver rifatto il corridoio a ritroso, i nostri eroi sono andati a pagare la cifra ridicola di 30 euro (che la fra pagava 100 mila lire del vecchio conio più di dieci anni fa, in Italia), prendendo appuntamento per qualche giorno dopo.
Per ora la fra ha fatto una sola seduta e, di fatto, sta meglio.
Qualora le sedute non sortissero altri grandi effetti, la fra si è comunque rilassata.
E si è fatta pure una canna gratis, butta via!
lunedì 21 gennaio 2013
Instamamme
fra, ma tu usi instagram?
una domanda buttata lì, quasi un anno fa.
La fra era una di quei possessori di iphone, pulciari, che lo avevano preso a rate con cambio di gestore telefonico ma che non erano potuti andare oltre e prendere il traffico dati per palese mancanza di fondi.
Pertanto la fra era una tristona che usava il suo meraviglioso telefono praticamente solo quando poteva attaccarsi più o meno abusivamente alla connessione altrui, quindi raramente.
La domanda perciò l’aveva colta totalmente impreparata, la fra non sapeva neanche cosa fosse, instagram.
Sai siamo un piccolo gruppo di mamme che si sono conosciute condividendo le foto, vedrai il gruppo è fighissimo, sono certa che ti divertirai ad essere una di noi.
È iniziata così, con una chat intercontinentale con una vecchia amica di blog degli albori (si era nel 2004 ^^’) e la fra si è dotata di connessione dati, finalmente.
Ed è entrata in questo gruppo assolutamente eterogeneo di donne accomunate dall’uso di questa app di condivisione delle immagini, ma soprattutto dall’essere mamme, chi da tanto, chi da poco, chi fra poco.
Un ambiente bello dove il rispetto reciproco è stato un must fin dal primo giorno e tale è rimasto.
Le instamamme han fatto ridere, riflettere, parlare, sfogare la fra come mai le era successo in gruppo “virtuale”; sono state compagne di risate e le han tenuto la manina, attraverso lo schermo, mentre la fra era ricoverata per il trombo.
una domanda buttata lì, quasi un anno fa.
La fra era una di quei possessori di iphone, pulciari, che lo avevano preso a rate con cambio di gestore telefonico ma che non erano potuti andare oltre e prendere il traffico dati per palese mancanza di fondi.
Pertanto la fra era una tristona che usava il suo meraviglioso telefono praticamente solo quando poteva attaccarsi più o meno abusivamente alla connessione altrui, quindi raramente.
La domanda perciò l’aveva colta totalmente impreparata, la fra non sapeva neanche cosa fosse, instagram.
Sai siamo un piccolo gruppo di mamme che si sono conosciute condividendo le foto, vedrai il gruppo è fighissimo, sono certa che ti divertirai ad essere una di noi.
È iniziata così, con una chat intercontinentale con una vecchia amica di blog degli albori (si era nel 2004 ^^’) e la fra si è dotata di connessione dati, finalmente.
Ed è entrata in questo gruppo assolutamente eterogeneo di donne accomunate dall’uso di questa app di condivisione delle immagini, ma soprattutto dall’essere mamme, chi da tanto, chi da poco, chi fra poco.
Un ambiente bello dove il rispetto reciproco è stato un must fin dal primo giorno e tale è rimasto.
Le instamamme han fatto ridere, riflettere, parlare, sfogare la fra come mai le era successo in gruppo “virtuale”; sono state compagne di risate e le han tenuto la manina, attraverso lo schermo, mentre la fra era ricoverata per il trombo.
E poi è nata una fan page, dove rendere pubblico e
condividere quello che più ci colpiva e ci interessava sul tema maternità. È nato
un gruppo che portasse avanti questa cosa, che ha iniziato a pensare in grande.
Per la fra erano tempi duri, iniziavano le rogne mediche che han caratterizzato la seconda metà dello scorso anno, pertanto non si è unita subito ma da subito ha creduto nel progetto.
Un progetto comune, di condivisione non più solo di immagini, di formazione di una comunità che attraverso foto, commenti, concorsi fotografici imparasse a conoscersi.
E piano piano, a partire dal profilo @instamamme su instagram (ormai quasi 22000 foto uploadate con l'hashtag #instamamme) è nato anche il sito instamamme.net .
Una nostra creatura, in cui crediamo, in cui ci mettiamo in gioco col sorriso parlando di noi, delle nostre esperienze, della nostra quotidianità… con la ferma convinzione che la condivisione fa crescere, sempre.
E la fra, che scrive anche lì, ne è orgogliosissima!
Quindi da oggi (che poi no: il sito è partito il 14 ma la fra stava troppo male per scriverne) potrete leggere le nostre avventure anche lì e scoprire anche altri lati della vita della fra che qui magari non hanno occasione di venir fuori e conoscere virtualmente queste grandi e belle mamme che insieme alla fra credono in questo progetto! Vi aspettiamo!
Per la fra erano tempi duri, iniziavano le rogne mediche che han caratterizzato la seconda metà dello scorso anno, pertanto non si è unita subito ma da subito ha creduto nel progetto.
Un progetto comune, di condivisione non più solo di immagini, di formazione di una comunità che attraverso foto, commenti, concorsi fotografici imparasse a conoscersi.
E piano piano, a partire dal profilo @instamamme su instagram (ormai quasi 22000 foto uploadate con l'hashtag #instamamme) è nato anche il sito instamamme.net .
Una nostra creatura, in cui crediamo, in cui ci mettiamo in gioco col sorriso parlando di noi, delle nostre esperienze, della nostra quotidianità… con la ferma convinzione che la condivisione fa crescere, sempre.
E la fra, che scrive anche lì, ne è orgogliosissima!
Quindi da oggi (che poi no: il sito è partito il 14 ma la fra stava troppo male per scriverne) potrete leggere le nostre avventure anche lì e scoprire anche altri lati della vita della fra che qui magari non hanno occasione di venir fuori e conoscere virtualmente queste grandi e belle mamme che insieme alla fra credono in questo progetto! Vi aspettiamo!
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