Dicono che sia normale, ad un certo punto, provare nostalgia di casa.
Che dopo un po', passato l'effetto novità, passata la sensazione assoluta di pietà, si vedano le cose con occhi diversi.
Che si comincia a diventare intolleranti non tanto verso le persone in sé, quanto per il modo di vivere completamente diverso.
E' che ad un certo punto ti rendi conto che in Costa d'Avorio ci sono quattro tipi di persone: gli ivoriani poveri, gli ivoriani molto più ricchi di te al paese tuo, i libanesi e i bianchi europei.
Che un ivoriano standard è abituato all'idea che deve servirti, se sei più ricco di lui. E lo fa anche se tu gli dici "pas besoin". Ma è abituato anche al pensare che essendo tu più ricco di lui e bianco, tu gli debba dei soldi. Ecco, amico, anche no. Io non ti devo nulla. Se posso e se voglio ti aiuto, altrimenti no. E se io ti do dei soldi spesso invece che farci mangiare i tuoi figli ti vai a comprare un cazzo di telefonino.
Che qui non c'è tutela e un commerciante, piccolo o grande che sia, libanese (che i supermercati son tutti gestiti da libanesi qui) si può permettere di alterare le date di scadenza dei prodotti che vende per non buttarli (mica te li mette scontati, no: cambia la data di scadenza)...prodotti tipo salmone affumicato, mica cereali che si mantengono meglio. Prodotti che io do ai miei figli, come il latte UHT. Ecco. E nessuno dice nulla e nessuno fa nulla. E non c'è nessuno che controlla.
Che qui una cosa a me costa 10 e ad un ivoriano 1 eppure siamo persone lo stesso e io spendendo e vivendo qui assicuro posti di lavoro a guardiani, vigilantes, donne delle pulizie, babysitter, tate, maestre, bidelli, magazzinieri etc.
Che non esiste una tutela, uno stato di diritto.
Che sono sporchi. Mica per mancanza d'acqua, eh. Anche in città, dove l'acqua c'è, non si lavano. E puzzano, ma tanto.
Che ritengono normale che gli scappi da pisciare e lo fanno in strada, davanti a tutti. Con le conseguenze olfattive che sono facilmente immaginabili e con quelle, più nascoste, igieniche.
Che chiaramente, dopo che se lo sono preso in mano, con le mani sporche, non si lavino le mani.
Che chiunque ti incontri in strada con cui tu abbia già parlato anche meno di mezza volta, ti voglia stringere la mano.
Che la tua migliore amica, a quel punto, si chiami Amuchina Gel.
Eppure, di fondo, questo paese mi piace pure. Ma vorrei essere trattata né meglio né peggio di loro. Non voglio che mi si apra la portiera e non voglio neanche aspettare i tuoi comodi per avere qualcosa che mi spetta di diritto.
Mi mette in imbarazzo essere l'ospite bianca ad una festa di bambini, vorrei essere come una di loro.
Vivo qui, mio marito lavora qui, faccio spesa qui, mi curo qui. Questo posto per 3 anni e mezzo ancora sarà casa mia. In un posto che considero casa mia vorrei essere trattata né da ospite di riguardo né da vacca da mungere.
Forse ho solo bisogno di tornare in Italia per un po', tanto per apprezzare un po' di più il mio paese e per accettare un po' meglio questo.
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