Questa storia inizia in una tarda serata di un sabato sera casalingo. Dopo aver mangiato, bevuto, rimangiato, ribevuto e nel frattempo giocato a burraco... anzi, diciamo nel mentre si giocava, alla fra era iniziato un dolore forte al centro del petto. La fra lo aveva subitaneamente archiviato alla voce "ipocondria" dei suoi malanni e aveva continuato a giocare, perdendo peraltro clamorosamente. Recatasi nel talamo del peccato, la fra constatava che il dolore non solo c'era ancora ma aumentava e si spostava progressivamente verso il braccio, il sinistro.
Quando una nasce in una famiglia di cardiopatici, i campanelli di allarme non solo suonano ma suonano direttamente una sinfonia di beethoven, quindi una fra per niente agitata, ha avvisato il marito che era il caso di andare a fare un giretto notturno alla clinica e quindi di chiamare il nostro vicino e amico a babysitterare i patati.
Arrivati alla clinica con la fra che componeva mentalmente le sue ultime volontà, li han fatti entrare subito ma ancora prima di toccare la fra hanno chiesto, diciamo in visione, la sua tessera dell'assicurazione. Rassicurati sul potere economico del nostro sponsor sanitario, la fra è stata visitata e le sono stati fatti accertamenti atti a capire che lei non sarebbe morta quella sera.
Dopodiché le hanno prospettato tutta una seria di elettrocardiogrammi e cose varie da svolgersi, previo ricovero, nelle successive tipo 48-72 ore. Portata in camera la fra ha ceduto al sonno, con la prospettiva di un bel prelievo di sangue da lì a pochissime ore.
Dopo essere stata vampirizzata di un numero ridicolo di provette, praticamente una donazione coatta, la fra ha passato la giornata di domenica nella più completa apatia, senza controlli né nulla.
Quando il lunedì i dottori le han chiesto se avesse altri sintomi, la fra ha candidamente ammesso di avere un dolore dietro al polpaccio della gamba sinistra, ma che pensava fosse sciatica.
Se è possibile vedere un nero sbiancare, quello è stato il momento.
Con la faccia di chi ti dice che Chiarafalce si sta incamminando nella tua via, il dottore ha spiegato al contingente adulto della famiglia latana che quel dolore era moooooolto sospetto e poteva essere indice di qualcosa di potenzialmente grave.
Per non sapere né leggere né scrivere, il Dottor Mecagosotto ha quindi deciso che la fra era la fortunata vincitrice di 2 dosi giornaliere di eparina e di ecocolordoppler cardiaco e alle gambe di lì a breve.
Quello alle gambe ha evidenziato, oltre ad un'insufficienza venosa non grave, un piccolo trombo. Ah, fa la fra, quindi? quindi non può viaggiare.
Checavolostaidicendowillis ha detto la fra in un francese molto approssimativo e pensando ai biglietti per l'Italia che giacevano nell'armadio di casa sua, già pagati, e come risposta ha ottenuto un "dobbiamo controllare, deve fare l'eparina, prendere anticoagualanti e farmaci per le gambe, rifare il controllo, dire, fare, baciare, lettera e testamento".
Ah.
Però vogliamo toglierci il dubbio su eventuali altri trombi in zona polmonare quindi le facciamo una TAC.
Ah vabbeh, fa la fra.
Che è stata un po' meno d'accordo però quando ha visto il bibitone di contrasto che le sarebbe stato sparato in vena di lì a poco, praticamente un fiasco. Stia ferma, respiri, inspiri, espiri, ecco ora arriva il contrasto.
Porcocazzo sto morendo, ha pensato la fra mentre quel veleno le mandava un calore innaturale dal braccio alla testa e poi in tutto il corpo.
Quando le è stato evidente che era ancora viva, la fra si è rialzata dal lettino ed è stata riportata in camera stordita e con un malessere generale allucinante.
Il giorno dopo, un sempre più simpatico dottor Mecagosotto se n'è uscito con "guardi ai polmoni non ha nulla..."
Evviva, han fatto i coniugi latana.
"...però sembra ci sia un tumore al pancreas..." (detto con il tono casuale di chi ti dice "beh oggi ha rinfrescato senti che venticello")
scusascusascusa? checazzhaidetto?
"...quindi domani dovrà fare altre due tac: addome e pelvi."
La faccia sbiancata da tovaglia candegginata dei coniugi latana deve aver acceso la lampadina al dottor Mecagosotto che a quel punto ha aggiunto "ma sembra una cosa benigna"
A quel punto alla fra avrebbero potuto dirle pure le facciamo 185 tac e lei sarebbe stata d'accordo. L'unica cosa che la fra ha detto è stata: ok, ma le tac le faccio da esterna, non esiste che rimango qui.
E così, dimessa con un braccio enorme per una puntura di eparina andata decisamente male, decisamente scoglionata e preoccupata e soprattutto dotata di calze elastiche in bandone (che all'equatore sono un must, si sa), la fra è tornata a casa.
Le tac del giorno dopo l'hanno lasciata completamente stremata, il liquido di contrasto era il doppio di quella precedente e la fra ha passato i due giorni seguenti a letto con la forza di alzarsi solo per mangiare e per andare in bagno.
Dopo che le TAC le ebbero confermato la benignità della ciste al pancreas ma contestualmente evidenziato un calcolo renale e una ciste ovarica, la fra ha seriamente pensato a una tappa a Lourdes più che a Bruxelles, per l'eventuale viaggio di ritorno in patria.
Dopo tante analisi e controlli vari, finalmente la fra ha ottenuto il placet al viaggio perfino dal dottor Mecagosotto e pargoli munita ha finalmente toccato il suolo natio a inizio luglio.
Da allora la fra, tranne una breve parentesi veneziana con amicadisempre, è praticamente murata in casa dei suoi, con tutte le conseguenze umorali che si possono immaginare.
La vita di Abidjan, a confronto, sembra una notte di follie a Las Vegas...
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E comunque, pare che ognuno abbia la malattia che si merita.
Io ho il TROMBO.
Son cose.
Il liquido di contrasto della tac è veramente pesante da sopportare!
RispondiEliminaDirei che "sfighe varie" come etichetta ci sta proprio bene...
In bocca al lupo!!!!!