Di nuovo in Africa.
Dovessi dire che stavolta il ritorno sia stato indolore, mentirei sapendo di mentire.
Da una parte la voglia, anche forte, di tornare qui perché qui è casa, la nostra tana, le nostre cose, la quotidianità dei bambini, il mare, la serenità economica.
Dall’altra gli occhi degli amici in cui specchiarsi, la natura, il fresco, le proprie origini, la famiglia, gli amici dei patati che vengono a giocare a casa, la facilità di spiegare cosa vuoi perché lo fai nella tua lingua.
E poi si torna, un po’ perché si deve e un po’ perché si vuole.
E si torna in una casa nuova di zecca col soggiorno con le pareti rosse come le volevi da una vita; si torna con otto valigie piene (anche) di cose per abbellirla: quadri, cornici, soprammobili.
Si torna con più consapevolezza: ormai dopo un anno e mezzo sappiamo perfettamente cosa troveremo qui, nel bene e nel male.
Abbiamo imparato a convivere coi nostri momenti di intolleranza verso certi comportamenti. Abbiamo imparato a non cercare cose che non troveremmo mai.
La fra ha imparato a relazionarsi con una quotidianità che parla una lingua diversa dalla sua senza contrastarla; ha imparato ad esprimere bisogni, giudizi, opinioni, affetto e rabbia in una lingua diversa; ha imparato che nessuno la colpevolizza o ridicolizza per questo.
La fra ha imparato che cose piccole possono avere un enorme valore emotivo, che paga in lacrime di commozione.
La fra ha imparato che la pianta nata dal ciccio della pianta di tuo nonno, se sei 4500 km lontana da un abbraccio, ti rispecchia tutto l’affetto che tuo nonno ti dava quando era vivo e parlava con te manifestandoti amore e stima.
La fra ha imparato che si può stare bene, se si decide di stare bene.
La fra sta cambiando.
Non sta cambiando perché è in Africa, sta cambiando perché era pronta per vedere se stessa in modo diverso e di conseguenza per porsi diversamente rispetto agli altri.
La fra ha sempre avuto un’immagine particolare di se stessa. Quella di chi, per vincere la paura di parlare, doveva apparire sicura di quello che diceva o ancora di più esserlo, sicura. La fra è una di quelle persone che mai nulla ha lasciato al caso, perché ha scoperto presto che a una ragazzina bella e magra è permesso sbagliare, ma se sbagli tu sei la solita cicciona imbranata.
La fra ora è a dieta, si sa. È a dieta per scelta sua, perché era stanca di non riuscire a fare tante cose, tra cui buttarsi a terra e giocare coi suoi figli e perché aveva paura che continuando a lasciarsi andare non li avrebbe visti crescere, i suoi figli.
La fra, che inizialmente ha avuto paura del cambiamento, ha allora iniziato a pensare in funzione non del risultato ma, forse per la prima volta in vita sua, del percorso.
E allora la fra ha scoperto che non devi essere magra e bella per buttarti nella mischia col rischio di sbagliare, ma che ti basta essere cosciente di ciò che sei ed essere fiera dei passi che compi, per farlo.
Sembra niente, ma per la fra è stato un cambiamento epocale.
E la fra ieri ha passato tipo venti minuti (ven-ti-mi-nu-ti) a parlare con la maestra di Mortino di scarpe, accessori, figli, diete, siti internet. Venti minuti. Senza problemi, capendo e facendosi capire.
La fra ieri è uscita con una zeppa con tacco 10, per la prima volta in vita sua da sola.
Ha sorriso al mondo e il mondo le ha sorriso e ha pure riso con lei.
La fra ha capito che se è consapevole e serena di ciò che è, può vivere bene ovunque.
Forse un altro nuovo inizio, ma la fra si sente pronta e non provate a fermarla.
Dovessi dire che stavolta il ritorno sia stato indolore, mentirei sapendo di mentire.
Da una parte la voglia, anche forte, di tornare qui perché qui è casa, la nostra tana, le nostre cose, la quotidianità dei bambini, il mare, la serenità economica.
Dall’altra gli occhi degli amici in cui specchiarsi, la natura, il fresco, le proprie origini, la famiglia, gli amici dei patati che vengono a giocare a casa, la facilità di spiegare cosa vuoi perché lo fai nella tua lingua.
E poi si torna, un po’ perché si deve e un po’ perché si vuole.
E si torna in una casa nuova di zecca col soggiorno con le pareti rosse come le volevi da una vita; si torna con otto valigie piene (anche) di cose per abbellirla: quadri, cornici, soprammobili.
Si torna con più consapevolezza: ormai dopo un anno e mezzo sappiamo perfettamente cosa troveremo qui, nel bene e nel male.
Abbiamo imparato a convivere coi nostri momenti di intolleranza verso certi comportamenti. Abbiamo imparato a non cercare cose che non troveremmo mai.
La fra ha imparato a relazionarsi con una quotidianità che parla una lingua diversa dalla sua senza contrastarla; ha imparato ad esprimere bisogni, giudizi, opinioni, affetto e rabbia in una lingua diversa; ha imparato che nessuno la colpevolizza o ridicolizza per questo.
La fra ha imparato che cose piccole possono avere un enorme valore emotivo, che paga in lacrime di commozione.
La fra ha imparato che la pianta nata dal ciccio della pianta di tuo nonno, se sei 4500 km lontana da un abbraccio, ti rispecchia tutto l’affetto che tuo nonno ti dava quando era vivo e parlava con te manifestandoti amore e stima.
La fra ha imparato che si può stare bene, se si decide di stare bene.
La fra sta cambiando.
Non sta cambiando perché è in Africa, sta cambiando perché era pronta per vedere se stessa in modo diverso e di conseguenza per porsi diversamente rispetto agli altri.
La fra ha sempre avuto un’immagine particolare di se stessa. Quella di chi, per vincere la paura di parlare, doveva apparire sicura di quello che diceva o ancora di più esserlo, sicura. La fra è una di quelle persone che mai nulla ha lasciato al caso, perché ha scoperto presto che a una ragazzina bella e magra è permesso sbagliare, ma se sbagli tu sei la solita cicciona imbranata.
La fra ora è a dieta, si sa. È a dieta per scelta sua, perché era stanca di non riuscire a fare tante cose, tra cui buttarsi a terra e giocare coi suoi figli e perché aveva paura che continuando a lasciarsi andare non li avrebbe visti crescere, i suoi figli.
La fra, che inizialmente ha avuto paura del cambiamento, ha allora iniziato a pensare in funzione non del risultato ma, forse per la prima volta in vita sua, del percorso.
E allora la fra ha scoperto che non devi essere magra e bella per buttarti nella mischia col rischio di sbagliare, ma che ti basta essere cosciente di ciò che sei ed essere fiera dei passi che compi, per farlo.
Sembra niente, ma per la fra è stato un cambiamento epocale.
E la fra ieri ha passato tipo venti minuti (ven-ti-mi-nu-ti) a parlare con la maestra di Mortino di scarpe, accessori, figli, diete, siti internet. Venti minuti. Senza problemi, capendo e facendosi capire.
La fra ieri è uscita con una zeppa con tacco 10, per la prima volta in vita sua da sola.
Ha sorriso al mondo e il mondo le ha sorriso e ha pure riso con lei.
La fra ha capito che se è consapevole e serena di ciò che è, può vivere bene ovunque.
Forse un altro nuovo inizio, ma la fra si sente pronta e non provate a fermarla.
:* voglio vedere le foto di casa!!!
RispondiEliminaappena prendiamo i divani nuovi e finiamo di attaccare i quadri faccio reportage!!! :-*
Eliminaciao! finalmente ce l'ho fatta a venire a vedere il tuo blog... complimenti!!
RispondiEliminasenti cercavo la tua email per scriverti che vorrei fare un post sull'espatrio e quindi farti un'intervista... se ti fa piacere scrivimi! la mia email la trovi nel blog! a presto!!
oddio, ma davvero *.*?
Eliminane sarei onoratissima!!! grazie! ora ti scrivo!!!
Bellissime le tue parole. Sono stato in Tanzania per quasi un mese nel 2000, da allora non sono ritornato in Africa, ma lì ho lasciato un frammento della mia anima. Ho ancora le istantanee di quell'incredibile viaggio impresse nella memoria: la terra rossa, i baobab che si spingono verso il cielo, il colore del sole, il vento fresco della sera, le grandi distese, il silenzio, il buio. In Africa ho scoperto quanta luce riflessa è in grado di trasmettere la luna. Hai fatto una scelta unica e coraggiosa. Da ammirare.
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