Mesi complessi,
duri, fatti di tante cose che si sono incastrate, alcune bene e altre anche
decisamente male.
Se questo 2017
doveva insegnarmi qualcosa, è stato l’imparare a non dare nulla per scontato: i
rapporti, le presenze, l’amicizia, il lavoro, la forza fisica, l’immagine
corporea.
Un duro colpo per chi, come me, programma sempre tutto, ama giocare d’anticipo, pianta paletti anche nei punti impervi per darsi certezze da cui ripartire.
Un duro colpo per chi, come me, programma sempre tutto, ama giocare d’anticipo, pianta paletti anche nei punti impervi per darsi certezze da cui ripartire.
Quest’anno mi
ha insegnato, finora, che la certezza fondamentale sono io, oggi, qui, subito,
in questo istante. Che tutto può cambiare e può cambiarmi, ma fino ad un certo
punto.
Che esiste un’essenza che devo imparare a riconoscere e difendere ad ogni costo, perché quella essenza sono io e non c’è nulla, nulla, che debba toccarla e che sia più importante. Che sia il mondo che vuole esserci, ad adattarsi a quell’essenza, se vuole veramente, se penserà che ne vale la pena. Per me la vale, sempre.
Che esiste un’essenza che devo imparare a riconoscere e difendere ad ogni costo, perché quella essenza sono io e non c’è nulla, nulla, che debba toccarla e che sia più importante. Che sia il mondo che vuole esserci, ad adattarsi a quell’essenza, se vuole veramente, se penserà che ne vale la pena. Per me la vale, sempre.
Questi mesi mi
hanno insegnato che posso rialzarmi, che ce la faccio, che posso farcela anche
quando mi pare di no, che so scavalcare, con fatica immane e pari paura, le
onde che arrivano sempre più veloci e una dietro l’altra.
Che chi vuole c’è e nuota con te, più che dirti come si nuota dalla sua comoda barchetta. Che quando mi sento persa posso ripartire, magari da un gradino che mi pare più basso e che poi scopro essere comunque solido. E se sia più in basso, sticazzi. Il magico potere dello sticazzi: una conquista, per me.
Che chi vuole c’è e nuota con te, più che dirti come si nuota dalla sua comoda barchetta. Che quando mi sento persa posso ripartire, magari da un gradino che mi pare più basso e che poi scopro essere comunque solido. E se sia più in basso, sticazzi. Il magico potere dello sticazzi: una conquista, per me.
Cosa vorrei,
oggi? Stabilità, calma, deporre le armi.
Sono stanca, fiera di me ma stanca, affaticata. Mi servirebbe una piazzola di sosta, che attualmente ancora non vedo ma che prima o poi dovrà pur esserci… non so dove, non so quando, né chi ci sarà e forse non è così importante saperlo. Alla fine la vita è il viaggio, e forse questo è solo un momento in cui è tutto più pesante e nebuloso, tutto qui. L’importante è non concedersi una pausa troppo lunga, soprattutto da se stessi.
Sono stanca, fiera di me ma stanca, affaticata. Mi servirebbe una piazzola di sosta, che attualmente ancora non vedo ma che prima o poi dovrà pur esserci… non so dove, non so quando, né chi ci sarà e forse non è così importante saperlo. Alla fine la vita è il viaggio, e forse questo è solo un momento in cui è tutto più pesante e nebuloso, tutto qui. L’importante è non concedersi una pausa troppo lunga, soprattutto da se stessi.
Ho sempre
creduto che i momenti in cui pensi di aver toccato il fondo sono quelli in cui
cresci di più, in cui sei più a contatto con quell’essenza che troppe volte ti
sfugge. Ne ho avuto la conferma, e forse, quando mi concedo di ammetterlo, sono
più forte oggi di un anno fa. Con qualche segno in più, con qualche sogno in
meno, con giorni alterni come i parcheggi: navigo più a vista, in fondo.
E va bene così,
se una pace e una serenità sono possibili sono una mia responsabilità: ho
passato una vita a demandarle e a pensare di doverle meritare, adesso so che
devo concedermele io. E no, è tutt’altro che facile per una cresciuta con l’idea
che se non hai è perché non meriti, e non perché non sai concederti qualcosa o
ancora non sai chiederlo, o anche solo perché non hai vicino le persone giuste.
Oggi non aspetto che gli altri capiscano e interpretino: chiedo, litigo,
discuto, combatto e controbatto. Perché se dai agli altri il ruolo di stabilire
se meriti qualcosa, permetti loro di stabilire il tuo valore… e io,
semplicemente, ho deciso di assegnarmelo, con onestà ed obiettività, da sola.
Sous l'oeil de l'ange
Je suis venu te dire que j'ai su rester fort
Sous l'oeil de l'ange
Je suis venu te dire qu'ils n'ont rien vu encore
Sous l'oeil de l'ange
Je suis venu te dire que j'ai trouver la paix
Sous l'oeil de l'ange
J'ai su pardonner et j'ai su le chanter
Je suis venu te dire que j'ai su rester fort
Sous l'oeil de l'ange
Je suis venu te dire qu'ils n'ont rien vu encore
Sous l'oeil de l'ange
Je suis venu te dire que j'ai trouver la paix
Sous l'oeil de l'ange
J'ai su pardonner et j'ai su le chanter
[K’maro – Sous l’oeil de l’ange]
Se dai agli altri il ruolo di stabilire se meriti qualcosa, permetti loro di stabilire il tuo valore…
RispondiEliminaNiente di più vero.
Spero che tu possa trovare del tempo per riposare dopo tanto combattere.
Combattere alla fine non è male di per sé: fa crescere. Vorrei poter avere giusto il tempo di riprendermi dalla lotta, diciamo, quello sì, un periodo tranquillo invece che un susseguirsi di cose dal peso specifico del piombo.
EliminaArriverà per forza di cose un periodo più tranquillo o quantomeno più stabile. Attualmente quello che mi destabilizza è la mancanza di un terreno stabile, per così dire.
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RispondiElimina"se non hai è perché non meriti, e non perché non sai concederti qualcosa o ancora non sai chiederlo, o anche solo perché non hai vicino le persone giuste" queste tue parole mi entrano dentro in maniera particolare, perché da anni combatto e sto lentamente smontando la stessa convinzione limitante...
RispondiEliminaUna delle cose più difficili da smontare, soprattutto se è stata il tuo imprinting. Nonostante tutto sono una persona positiva: i periodi più complessi e difficili sono momenti di grande crescita, nella mia personale esperienza!;)
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