Una delle ennemila domande che i coniugi latana hanno fatto ai loro predecessori (mica niente, la fra si è presentata con raccoglitore plastificato con le domande e la penna per scrivere le risposte) riguardava la possibilità di portarsi al seguito animali domestici.
La prima figlia dei coniugi latana è infatti una bella e stronzissima gattona, scelta personalmente dalla fra in una imprevista cucciolata fatta su un balcone di un padrone di cani di taglia enorme, cui è stato dato il nome della protagonista di uno dei fumetti preferiti della fra. Per far capire quanto la nostra gatta sia importante per noi basti dire che dopo 24 ore di aerei per tornare dal viaggio di nozze in Perù, i coniugi latana si son messi in macchina per andarsela a riprendere e si son fatti roma-paesedelcazzoespostosoloanord (ridente cittadina di mezza montagna vicina alla Terra di Mezzo)-roma in una giornata. Due folli.
Comunque alla domanda, ci fu risposto che loro non avevano animali domestici prima, ma che si eran presi un gattino qui, senza problemi.
Aaaaaaaaaaaah, aveva tirato un sospiro la fra,che adora la sua stronza gattona.
Certo, però devi stare attenta che non esca che sennò se lo mangiano, ah ah ah.
Ah, vabbeh, sta scherzando, che simpatica.
Insomma quando si è trattato di fare i biglietti aerei, a novembre, la fra si è trovata al bivio della decisione: comprare il biglietto anche a bimba Kira o no.
Nel marasma dell'organizzazione iniziale, la fra era per portarla, il marito no. Si arrivò al compromesso di non portarla sùbito: andiamo, vediamo com'è e poi decidiamo.
Di questa decisione la fra non era contentissima, ma quando si è trovata a gestire una casa piena di scatoloni e due figli malaticci con un marito lavorante, ne ha apprezzato le conseguenze. Nel frattempo gatta Kira si satollava allegramente a croccantini a casa dei nonni materni.
Poi, passato il periodo clou organizzativo e sanitario, la fra ha iniziato a notare la totale assenza di gatti per la strada. Ma anche di cani, del resto. Meglio, in quest'ultimo caso, visto che trasmettono la rabbia.
Ogni tanto le parole che le eran state dette le tornavano in mente, ma la fra le ricacciava nell'antro del "non ce la posso fare".
Ad Abidjan, e nella Costa d'Avorio in genere, per strada trovi e puoi comprare di tutto: tappeti, piccoli elettrodomestici, gabbiette con uccellini, bicchieri, album da colorare, salvagente , cagnolini, noccioline, acqua, conigli...
Per cui quando la fra ha visto un uomo che teneva per le zampe quello che le sembrava a prima vista un coniglio, non si è stupita più di tanto.
Senonché avvicinandosi con la macchina la fra si è accorta che si trattava di un gatto, adulto. Morto.
I motivi per vendere e comprare un gatto morto non sono tantissimi alla fine.
E le parole di quasi un anno fa sono uscite dalla memoria della fra e l'hanno lasciata assolutamente sconvolta dalle implicazioni, ovvie, di una compravendita del genere.
Bimba Kira, facciamo che rimani dai nonni va.
Ecco, non ho parole... anche se posso capire che la fame sia brutta ma un gatto no (ho smesso di mangiare quel poco di coniglio quando m'hanno detto che il gatto ha lo stesso gusto...!)
RispondiEliminama, guarda, si trattasse di fame... non ero vicino alla bidonville, ero in un quartiere residenziale dove c'è anche almeno un'ambasciata. Io credo sia una questione culturale, più che altro. Comunque io da una vita non mangio il coniglio, perché è così simile al gatto che 1 mi fa senso, 2 trovi il ristoratore stronzo...ecco, ci siamo capite.
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