lunedì 16 giugno 2014

Conversazioni con Madame Dissout la Graisse. La donna.



Si parlava di donne, l’altro giorno, durante uno dei massaggi.

Le donne, nelle zone povere, qui, ancora, non hanno diritti.

I loro compiti, mi spiega Madame Dissout la Graisse, sono quello di pulire la casa, fare figli, farli crescere. Dov’è che ho già sentito questa cosa?

Non c’è alcun motivo per cui una donna debba studiare, se ha questi scopi, nella vita e infatti in genere non lo fa.

Deve imparare a non farsi domande e a non farle, soprattutto. E ancora meglio a non cercare le risposte.

Deve obbedire ad un uomo cui è stata data in moglie, ancora, in cambio di qualcosa, che può essere terra, che può essere soldi, che non è libertà.

Deve soddisfarlo in cucina e nel letto, deve crescere figli forti e figlie remissive, deve lavorare come un somaro, se serve. Se c’è bisogno, deve lavorare a servizio presso una casa, se le dice bene di occidentali.

Gli occidentali, in genere, trattano bene e con rispetto. Gli autoctoni ricchi, pare, spesso disprezzano chi è rimasto indietro nella scala sociale ed economica.

Una donna, nelle zone povere (che significa anche nelle bidonville di Abidjan, non devi mica spostarti), è ancora sostanzialmente un oggetto nelle mani del padre prima e del marito poi.

Se riesce ad affrancarsi da questa mentalità, ha davanti una vita di difficile autonomia e di grande fatica.

Madame Dissout la Graisse è analfabeta, e le pesa. Per lei è un cruccio, non saper leggere e scrivere. Lo è talmente tanto che si è fatta i muscoli a forza di massaggiare donne più ricche di lei per permettere ai suoi figli di studiare, per andarsene dal villaggio e offrire loro mentalità più aperte, per permettersi una casa alla periferia di Abidjan che paga in tempo e sudore in case altrui.

Suppongo sia vedova, ho avuto riserbo di chiederlo, del marito non parla mai. Di sicuro non vive con lei.

La sua vita non è facile ora e non deve esserlo stata mai. Porta i suoi anni e la sua competenza in giro per la città per potersi permettere di continuare a scegliere dove vivere e come vivere, soprattutto.

Quando ti racconta delle altre donne ti rendi conto che un po’ di polvere di quei villaggi le ha sporcato la vita, un tempo.

Ha una dignità enorme e le idee chiare su cosa è giusto e cosa no. Su cosa si può accettare e per cosa si debba combattere o faticare.

È una donna che poteva sottomettersi e vivere diversamente. Ha lottato, contro chi concretamente non lo dice, e vive nella serenità e nella difficoltà di chi ogni giorno sceglie.

Se mai in qualche posto sia stato facile, qui di sicuro non lo è.

2 commenti:

  1. Deve crescere figlie remissive....mi ha colpito soprattutto questa frase, ma anche il resto.

    RispondiElimina
  2. E' veramente interessante avere occasione di parlare con persone del "popolo" che ti raccontano come gira davvero la vita da quelle parti. Qui è molto difficile farlo per lo scoglio linguistico. Le persone meno abbienti è difficile che parlino un po' d'inglese e, in generale, non sono molto propense a parlare con gli stranieri.

    RispondiElimina