Ho portato i miei figli fuori dall’Italia, tre anni fa.
Ce li ho portati per dar loro un futuro migliore. Non in Costa D’avorio, ovviamente. Volevo che questa esperienza regalasse loro una base linguistica e un’apertura mentale che permettesse quel miglioramento una volta tornati in Italia. Volevo che le migliori condizioni economiche ci permettessero, quando fossero cresciuti, di dar loro possibilità diverse.
Ce li ho portati per dar loro un futuro migliore. Non in Costa D’avorio, ovviamente. Volevo che questa esperienza regalasse loro una base linguistica e un’apertura mentale che permettesse quel miglioramento una volta tornati in Italia. Volevo che le migliori condizioni economiche ci permettessero, quando fossero cresciuti, di dar loro possibilità diverse.
Oggi, non ho nessuna voglia di riportarli in Italia, i miei
figli.
Ovviamente neanche di lasciarli in Costa d’Avorio.
Ovviamente neanche di lasciarli in Costa d’Avorio.
Oggi l’Italia non offre il futuro che vorrei per loro. Che
non è un futuro da plurilaureati o megaprofessori di chissà che cosa, ma
semplicemente un futuro da gente onesta che vuole campare serenamente con il
proprio impegno e il proprio lavoro, vedendo gratificate le proprie capacità e
venendo stimolati a coltivare il proprio genio. Un futuro con la mente aperta,
con le lingue in bocca, con la serenità di un paracadute sociale.
Oggi in Italia la mente non è aperta, le lingue in bocca sono quelle di qualche politico con la ninfetta di turno e il paracadute sociale non si apre proprio.
Da italiani abbiamo perso la nostra lingua, trovare qualcuno che parla (e scrive!!!) un italiano corretto è cosa rara e preziosa, senza però averne acquisite altre, senza investire veramente nella preparazione linguistica.
Oggi in Italia la mente non è aperta, le lingue in bocca sono quelle di qualche politico con la ninfetta di turno e il paracadute sociale non si apre proprio.
Da italiani abbiamo perso la nostra lingua, trovare qualcuno che parla (e scrive!!!) un italiano corretto è cosa rara e preziosa, senza però averne acquisite altre, senza investire veramente nella preparazione linguistica.
Se mi chiedessero di descrivere oggi quello che penso del
mio Paese, che amo alla follia, attraverso un’immagine, sarebbe quella di una
vecchia signora intenta a contemplare i suoi ninnoli, a ricordare quando era
giovane, quando era bella, senza pensare che si può essere belli anche con una
storia sulle spalle e si può non smettere mai di investire tempo ed energie sul
futuro, nostro e di chi ci segue.
L’Italia è una crisalide da cui nessuna farfalla dà segno di voler uscire: ferma immobile, ancorata al suo ramo, sospesa tra quello che era, e che ovviamente non è più, e un futuro che si percepisce sghembo, senza fiducia, senza impulsi.
L’Italia è una crisalide da cui nessuna farfalla dà segno di voler uscire: ferma immobile, ancorata al suo ramo, sospesa tra quello che era, e che ovviamente non è più, e un futuro che si percepisce sghembo, senza fiducia, senza impulsi.
Questo è quello che si prova, oggi, da expat, quando si
torna nel nostro Paese: una totale mancanza di obiettivi, un vivere alla
giornata perché il futuro fa paura, il futuro è una terra su cui abbiamo perso
la fiducia di investire.
Io non voglio questo, per i Patati. Voglio meritocrazia,
libertà, giustizia, una società che fa gruppo e non un branco di individualisti
a vedere chi ce l’ha più lungo o a capire come evitare di fare una fila o
pagare una multa.
Sono amareggiata, confusa, scazzata, triste. Si prospettano
decisioni e scelte, difficili e complesse oppure facili ma che sanno di arresa.
Tutto sommato era più facile tre anni fa.
Ho fatto e faccio periodicamente questi pensieri da italiana non expat...chi vivra' vedra'! Immagino che le decisioni che verranno per voi saranno difficili. Ma insieme sara' bello.
RispondiEliminala grande paura è di farsi prendere dalla "comodità" di alcune scelte, tutto sommato.
EliminaQuesta esperienza ha dato tanto ma non è stata leggera, il coraggio vorrebbe dire lasciare e partire, stavolta da soli, senza un lavoro certo.
La saggezza ci chiede calma, ma la facilità dell'accomodarsi è dietro l'angolo. Potrebbe essere la scelta giusta, ma bisogna scoprirlo.
Se ti consola per noi è lo stesso, infatti stiamo cercando di non tornarci. Sai cosa mi mancherà dell'Italia? La pizza!...che tristezza!
RispondiEliminaa me dell'Italia mancano tante cose, in realtà. La facilità, la possibilità di muoversi, la sicurezza, il sapere di avere persone vicine.
EliminaPoi ovvio: in Italia in questo momento non c'è fiducia nel futuro, inutile negarselo. Spero che l'esperienza qui mi abbia insegnato quel qualcosa che mi permetta di vedere oltre.
Poi la vita è lunga e magari, un domani, si troverà il coraggio di partire di nuovo...
Condivido appieno il tuo pensiero. Ecco perché abbiamo tentato la nostra avventura in Australia, per essere felici noi e dare un futuro alle nostre figle! In bocca al lupo ;)
Elimina