mercoledì 21 ottobre 2015

Compleanni di passaggio



Domenica ho festeggiato un compleanno in bilico, l’ultimo con il 3 davanti.

Un età che finalmente mi assomiglia, o finalmente sono io che assomiglio di più alla mia età.
Non più imprigionata in disagi troppo grossi per trovare interlocutori, più cosciente di me, ho fatto pace con i miei limiti.
Non più incastrata nei se e più viva e libera nei sei.

È un anno, quello che mi aspetta, pieno di un mondo da riscoprire e di decisioni da prendere.
Capire un po’ come incastrarmi in questa realtà che vedo con occhi parecchio diversi, vuoi per crescita e vuoi per storia, che poi sfumano l’una nell’altra.
Capire come indirizzare le energie.
Capire se tutti i desideri vadano realizzati per forza, o se alcuni vanno messi via senza rimpianti perché non è più il tempo.

Trovare un assetto stabile che dia serenità e permetta una quotidianità che realizzi tutti, con gli immancabili compromessi con cui ognuno di noi deve confrontarsi. Accettarli, viverli come conseguenze di scelte.
Capire se questa casa ospiterà ancora un lettino e scoprirà una nuova dinamicità familiare fatta di passi stabili e passetti incerti, oppure se ci si concentrerà solo sulle giovani piantine in pieno boccio che abbiamo seminato anni fa.

Un’età per stabilire come vivere la prossima parte della vita, per lanciare ami, per decidere di correre o camminare, imparando a non sentirsi in colpa per la scelta.
Un’età senza aspettative, né proprie né altrui. Un’età per far pace con quello che si è, senza pensare a ciò che si sarebbe potuto essere o a quello che gli altri avrebbero voluto fossi
.

Un’età di transito tra quella del costruire e quella del mantenere, o, perché no?, del costruire su basi diverse.
Un’età insieme dinamica e riflessiva, analitica e cazzona.
E davanti allo specchio vedere cosa sei, senza maschere tue o di altri.

Trentanove anni per arrivare a questa consapevolezza e a questa profonda serenità di sapere finalmente chi sei.
Trentanove anni per definire i margini di te stessa tra la tua volontà e le aspettative altrui
.

A metà della montagna, posso dire che amo nello stesso modo il panorama, il punto da cui lo guardo e il sentiero che mi porterà alla vetta.
Come diceva Edgar Lee Masters, in una delle epigrafi di Spoon River, il genio è saggezza e gioventù: la consapevolezza di sé e del mondo e la voglia di interrogarsi ancora e non fermarsi mai…


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