Alcune cose che accadono ci sconvolgono più di altre, non
tanto perché siamo noncuranti rispetto ad alcune, quanto piuttosto perché siamo
più empatici nei confronti delle altre.
Empatia vuol dire capacità di immedesimazione, tra le altre cose.
È ovvio che più i gradi di separazione tra te e un evento, in termini di cultura, geografia, società, religione, sono alti in numero e meno sarai portato all’empatia. Potrai provare pietà, gioia o orrore, ma difficilmente potrai immedesimarti ed entrare nel cuore pulsante di una notizia, che sia bella o sia brutta.
Empatia vuol dire capacità di immedesimazione, tra le altre cose.
È ovvio che più i gradi di separazione tra te e un evento, in termini di cultura, geografia, società, religione, sono alti in numero e meno sarai portato all’empatia. Potrai provare pietà, gioia o orrore, ma difficilmente potrai immedesimarti ed entrare nel cuore pulsante di una notizia, che sia bella o sia brutta.
Su quella spiaggia di Grand Bassam, fino a meno di 9 mesi
fa, ci camminavo anche io. Ci passeggiavo, mi bagnavo i piedi nell’Oceano lottando
con la corrente, sorridevo alle persone, compravo semi per le mie collane o
parei da indossare sul costume.
In quell’Oceano mio marito faceva il bagno.
Su quelle spiagge, in quegli stessi stabilimenti, ci ho portato i miei figli quasi ogni weekend di sole.
Ce li ho portati con fiducia e con gioia, per cancellare il grigiore di una città in cui lo smog ti fa dimenticare che il cielo sa e può essere azzurro.
In quell’Oceano mio marito faceva il bagno.
Su quelle spiagge, in quegli stessi stabilimenti, ci ho portato i miei figli quasi ogni weekend di sole.
Ce li ho portati con fiducia e con gioia, per cancellare il grigiore di una città in cui lo smog ti fa dimenticare che il cielo sa e può essere azzurro.
Se fossimo stati ancora in Costa d’Avorio, ieri saremmo
stati quasi sicuramente a Grand Bassam, probabilmente proprio all’Etoile du
Sud, come tante altre volte prima. Avremmo salutato il venditore di artigianato
maliano, come sempre avrei finito per comprare perle e semi che già avevo ad un
prezzo più alto del loro valore, fingendo di non saperlo. Saremmo stati seduti
al tavolo che guarda verso l’Oceano, o forse saremmo stati in piedi a servirci
per il pranzo a buffet della domenica.
E da lì avremmo visto arrivare la barca.
E da lì avremmo visto arrivare la barca.
Quei corpi neri sulla spiaggia, fotografati nella loro
disarmante crudezza, sono i corpi di persone che in qualche modo ho conosciuto,
salutato, cui magari ho perfino sorriso, con cui ho fatto la fila per il pranzo
o per il bagno, con cui i miei figli hanno nuotato in piscina.
Quei corpi bianchi potevano essere quelli di miei amici o di persone che hanno fatto le mie stesse identiche scelte finendo in quel luogo magari per caso, come me.
Quei corpi, tutti, indifferentemente, sono una ferita per un posto del mondo che cerca il suo riscatto e guarda ad un futuro, che sia il migliore possibile oppure no, e lo fa con fiducia.
Quei corpi, tutti, neri e bianchi, indifferentemente, sono una ferita per me, che ho amato e amo ancora di un amore contrastato e complesso un Paese che tanto mi ha dato e tanto ha voluto in cambio.
Quei corpi bianchi potevano essere quelli di miei amici o di persone che hanno fatto le mie stesse identiche scelte finendo in quel luogo magari per caso, come me.
Quei corpi, tutti, indifferentemente, sono una ferita per un posto del mondo che cerca il suo riscatto e guarda ad un futuro, che sia il migliore possibile oppure no, e lo fa con fiducia.
Quei corpi, tutti, neri e bianchi, indifferentemente, sono una ferita per me, che ho amato e amo ancora di un amore contrastato e complesso un Paese che tanto mi ha dato e tanto ha voluto in cambio.
Ieri sera volevo scappare dai miei figli, per rassicurarmi
di saperli al sicuro. Per rassicurami di essere al sicuro. Per cancellarmi di
dosso un permeante senso di colpa per qualcosa che sarebbe potuto accadere. Per
giurar loro che mai avrei pensato ci potesse essere qualcosa di così orrendo da
cui doverli difendere, in quelle giornate di sole. Per farmi assolvere per
qualcosa di indefinito e potenziale ma talmente enorme in peso da tenerti gli
occhi aperti a tarda notte.
Non l’ho fatto, avevo paura che arrivasse loro il mio turbamento: l’empatia è una cosa importantissima, ma forse dovremmo preservarne i bambini, lasciare loro ancora la fiducia che basti la mano di mamma e papà, per essere al sicuro.
Non l’ho fatto, avevo paura che arrivasse loro il mio turbamento: l’empatia è una cosa importantissima, ma forse dovremmo preservarne i bambini, lasciare loro ancora la fiducia che basti la mano di mamma e papà, per essere al sicuro.
E mi fa rabbia e vergogna l’umanissimo pensiero che mi
colloca felicemente lontana, e mi fa piangere e restare senza fiato quel pezzo
di cuore che ho lasciato lì. Da ieri sono dolorosamente divisa tra un’assurda
sensazione di fiducia tradita e un’acutissima nostalgia che mi colloca ancora
su quelle strade.
Nonostante tutto, nonostante ieri, la Costa d’Avorio ci
manca ancora, e credo non smetterà mai di mancarci. Ed è lì che capisci che l’unica
cosa che ti salva da orrore e paura è l’amore, in tutte le sue forme.
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