Attualmente io e il simpatico protagonista dell’Era Glaciale
abbiamo qualche punto in comune (freddo compreso).
L’anno passato è stato difficile, pesante, doloroso.
È stato un anno che mi ha lasciato… svuotata. Di energie fisiche
e mentali, soprattutto.
Sono arrivata al fotofinish stanca, di una stanchezza
abissale, che tuttora mi parte dalla testa, che in realtà se ne frega e
continua a sfornare idee, e arriva un po’ dappertutto facendomi faticare il
doppio o il triplo per stare dietro a quelle idee.
Non è nella mia mentalità il lasciare indietro le cose e
prendermi del tempo per riprendermi, non sono proprio capace. Il giorno dopo l’operazione
facevo avanti e indietro per i corridoi con tutti i drenaggi. Il giorno dopo
essere tornata a casa, ancora con un drenaggio, ho camminato per un km. Sono fatta
così. Cinque giorni dopo ero a Milano per il mammacheblog d'autunno.
Ma ora mi trascino, me ne rendo conto perfino io. Un bradipo, davvero.
Ma ora mi trascino, me ne rendo conto perfino io. Un bradipo, davvero.
La stanchezza mi piomba nelle tasche improvvisamente,
lasciandomi annichilita e intollerante rispetto a ciò che non ho forza di fare.
Questo anno appena iniziato sarà comunque un anno
importante: familiarmente meno da figlia e più in prima linea su cose che in
precedenza seguiva mio padre; lavorativamente ci sono tante cose che voglio
portare avanti, tanti progetti da studiare e far decollare.
E questa stanchezza non mi ci incastra proprio per nulla. È frustrante.
Mi sembra di essere in un qualcosa che gira ad una velocità
che il mio corpo non riesce a sostenere, ma so che se poco poco scendessi,
risalire implicherebbe una fatica che non saprei affrontare e gestire. Soprattutto
adesso.
Per cui tengo botta, rammendando tempi e pensieri, facendo
schemi mentali e cartacei, programmando, cercando di mantenere fede ai timing
tirando ora di qua e ora di là in modo da non lasciare completamente scoperto
nulla. Per una perfezionista è un incubo. Forse dovrei lavorare su quello,
chissà…
Nel frattempo, non si sa mai, chiamatemi Sid, signore delle fiamme… e ridiamoci un po’ su!
Nel frattempo, non si sa mai, chiamatemi Sid, signore delle fiamme… e ridiamoci un po’ su!
I periodi di stanca arrivano e ci rendiamo conto che forse abbiamo tirato troppo la corda ma non possiamo fare altrimenti e allora si va avanti a strattoni.
RispondiEliminaNon so che consiglio darti se non quello di non fermarti perché poi la ripresa è ancora più faticosa.