mercoledì 16 aprile 2014

Di Barbie, cani e funzioni corporali



Da brava mamma XY, confesso che l’universo rosa negli ultimi anni mi ha toccato solo di striscio, generalmente a livello biancheria intima e neanche tanto.
L’universo “bambole e giochi di ruolo con bambole” l’ho lasciato tardino, verso i 17 anni, ma pur sempre 20 anni fa.

Negli anni, sempre un po’ da lontano, ho notato le evoluzioni che le bambole hanno avuto nel tempo. Ai tempi miei era tutto uno svolazzo di tulle, sbrilluccichi e cuori a profusione. Oggi anche le bambine, pare, sono più concrete e si illudono meno: quindi meno cuori e più vestiti alla moda, più accessori, più lavori.

Parliamo della bambola per antonomasia, la Barbie.

Le Barbie anni ottanta avevano, oltre a vestiti cuoriciosi, due soli ruoli: la femme fatale e la casalinga. La prima era la versione “prima che m’accatto Ken” (che, porello, diciamocelo, era attraente quando un merluzzo), la seconda era “me so’ accattata Ken e quindi vai di famiglia feliceeeeee”.

Ovviamente continuando a tenere nell’armadio i vestiti sexy, cuoriciosi e accattivanti del pre-merluzzo (del resto scusate, ma a livello sessuale Ken era completamente inutile eh: la vita della povera Barbie era triste assai) (non a caso in tutte le pubblicità era sempre in compagnia delle amiche a organizzare una meta del puttan-tour, mica a casa a cucinare per Ken).

Visto che la famosa biondona era tutta dedita alle interessanti attività ricreative e che la famiglia Merluzzi comprendeva solo lei e il Tristone Impomatato, le venne affiancata una famiglia di amici con lei mora, sguardo meno da zoccola più dolce, innamoratissima e decisamente incinta (erano gli anni della pubblicità della Barilla col gattino, ci stava).

Noi preadolescenti XX degli anni ottanta ricordiamo perfettamente il senso di aspettativa, anche un po’ maliziosa, che la bambola incinta aveva creato: io costrinsi i miei ad ordinarla, per dire (e sì, sapevo essere mooooolto convincente) (non ho perso questa caratteristica) (testimoni possono confermarlo) e rimasi come TUTTE delusissima: la signora Cuore non aveva la panza, aveva solo un paraculissimo vestito premaman che la faceva sembrare incinta. Un epic fail, davvero.

Quindi io ero rimasta con Barbie Insoddisfatta e la Famiglia Cuore, punto.

Negli anni pare si sia scoperto che Barbie avesse tipo una sorella adolescente (che nella sua prima versione era un coso di sesso incerto e nella seconda versione una strafiga da paura) (una cosa che poteva tranquillamente rimpiazzare i cataloghi Vestro nell’immaginario erotico degli adolescenti XY dell’epoca) e anche, perdindirindina, una sorellina piccina.
Vista l’età della bimba e l’età della bionda, se ne deduce che siano figlie di Brooke di Beautiful, che in quanto a fertilità avanzata frega pure Antinori.

Dopo i sedici anni hanno smesso di interessarmi i giochi di ruolo: nella mia vita è entrato stabilmente il Fidanzato Storico (ora Marito Paziente) e francamente non è che si passassero i pomeriggi a giocare a Barbie, suvvia.
Questo per dire che da allora il mio interesse per il mondo Barbie è un filo scemato, per usare un eufemismo.

Ricordo che anni dopo, in un duty free sloveno, io e Fidanzato Storico notammo un discreto allestimento di vestiti per la biondona. Dopo l’iniziale rosicatio, ché la fra i vestiti alla sua barbie glieli faceva con gli scampoli di stoffa, approfondimmo la moda chez la blonde del momento e ci sbellicammo dalle risate quando trovammo (giuro) una guepiere con calze autoreggenti in tulle, bianche e bordate di nero. Barbie Zoccola, l’ultima frontiera.

Pensavo.

La televisione, in questi anni, ci ha mostrato come anche la Biondona abbia modificato il suo modo di vivere: alla figura della femme fatale e a quella della casalinga, si è affiancata una nuova barbie, che rappresentava la “normalità” nell’evoluzione sociale della donna.

Le prime barbie erano donne da esibire o donne dedite alla cura della casa (la cucina di barbie, il letto di barbie, la casa di barbie: tutto gridava casalighitudine), come ancora l’immaginario collettivo vedeva la figura femminile, con buona pace della lotta femminista.
Le donne lavoratrici erano percentualmente poche e quasi tutte facevano le insegnanti o le cassiere o  le modelle. La maggior parte delle madri dei miei compagni non lavorava, per dire.

L’evoluzione della condizione e la presa di coscienza femminile, hanno portato ad una società in cui la donna stessa ha ruoli molto più variegati e permeanti. Tutto questo è arrivato in ogni ambito e anche le bambole, che dovrebbero rispecchiare la società e fornire un modello per le giovani donnine ( ohi ohi ohi), si sono adeguate.
Ecco fiorire allora, accanto alle sempiterne legate al fantasy con improbabili ali da farfalla, figure come Barbie dottoressa, Barbie babysitter, Barbie dog-sitter.

Ecco, parliamone. La novità è proprio in questo campo. Ora Barbie ha anche dei animali. Ma mica il pappagalletto da niente che lo metti e finisce lì.
Oggi la Bionda fa le cose in grande: si prende Pipì e Popò (che io, vi giuro, lo voglio conoscere chi gli ha dato sti nomi qui e stringergli la mano, più che altro perché riesce a farsi pagare per non fare un’assoluta minchia), un gatto e un cane che la fanno, pare che la facciano davvero.

No, vabbeh, chi di noi non ha sognato un cagnolino dimensione più o meno cafard locali che scaghicchi e pisciacchi dans la maison? Ecco. Ma con tanto di giornali che pare si colorino di giallo e marrone, una cosa veramente tres chic.

Se proprio dovessimo per forza immettere nel mondo platinato della Bionda le funzioni corporali, perché non regalare, finalmente, un pisello a Ken? Penso che Barbie preferirebbe finalmente copulare, invece di pulire cacche e pipì, e andiamo su.

E io che mi dannavo per i Gormiti.

3 commenti:

  1. Il cagnolino ed il gattino sono terribili!! Spero che non abbiano successo e che passino di moda prima che la mia bimba diventi abbastanza grande da interessarsi alle Barbie e relativi accessori! ;-)

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  3. Che dire...ormai sono anni luce che ho lasciato la Barbie, il mio divertimento massimo era cambiargli vestiti ,e la casa della Barbie,per fortuna crescendo in un cortile ho passato più tempo a giocare fuori con ogni sorta di gioca inventato al momento,quindi Barbie rimaneva relegata al gioco serale in casa, sinceramente amavo di più il mio telefono parlante :-)) e i piccoli giochi dell'ovetto Kinder.Queste bambole e giochi in genere di ultima generazione mi sgomentano e non mi piace questo umanizzarli troppo,il cagnolino che cammina,abbaia non lo sopporto proprio non potranno mai sostituirene uno vero per affetto,amicizia.

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