sabato 12 aprile 2014

Con parole altrui #13. Gabriella Ferri



Questa canzone è la traduzione, praticamente letterale, di una poesia, una bellissima poesia di Violeta Parra.
Io, onestamente, l’ho scoperto dopo.

Mi è arrivata attraverso la colonna sonora di uno splendido film, le  Fate Ignoranti, di Ozpetek. È stata cantata in italiano da una grande interprete, Gabriella Ferri, e recentemente anche da Tosca.

Come si intuisce dal titolo e leggerete dal testo, questa canzone è una riflessione e un ringraziamento su ciò che si ha, che la vita ci ha dato, vista in chiave dell’amore.
È forte e malinconica allo stesso tempo e io la trovo meravigliosa.

Quello che fa di questa canzone qualcosa di così speciale per me è il fatto che sia legata ad un evento fondamentale della mia vita: la nascita del mio primo figlio. È stata la colonna sonora dei nostri momenti di coccole, di mano che accarezza e di manina che risponde da dentro.

Con un testo così, non è difficile capire perché lo sia stata: ogni ecografia, ogni sensazione, ogni sfarfallio, ogni calcetto, ogni ballonzolio della pancia erano per me un miracolo, un qualcosa di talmente tanto vasto e bello da lasciarmi piena di stupore, grande nella mia possibilità di dare la vita e piccola rispetto alla vastità di un potere del genere.

Durante il travaglio, come in tutte le occasioni in cui devo affrontare un dolore o una “prova”, avevo la mia musica a farmi compagnia, nel piccolo lettore con le cuffie.
Ad un certo punto ho anche cantato, in quella sala travaglio all’inizio di un ventuno aprile di ormai sette anni fa.
Canto da sempre, che io ricordi; ho cantato per i miei figli da quando erano microscopiche cellule e non ho mai smesso di farlo

Questa è stata l’ultima canzone per Piergiorgio ancora dentro e la prima che ho cantato per lui guardandolo negli occhi.
È mia e sua.

Ancora oggi, quando mi capita di cantarla, mi ricordo quei momenti difficili, dolorosi, sporchi, intensi, meravigliosi, unici; quegli occhi chiari di un colore indefinito che non sapevo come guardare, quel figlio con cui, anche amandolo più della mia stessa vita, da subito, non riuscivo a relazionarmi. Un amore così intenso da sopraffarmi e lasciarmi stordita, annichilita, impaurita.

Questa canzone è questo per me: la meravigliosa avventura del cullare dentro di me e poi far nascere mio figlio.
La più grande, meravigliosa e stupefacente avventura della mia vita.


Grazie alla vita – Gabriella Ferri

Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato due occhi
Che quando li apro
Chiaramente vedo
Il nero e il bianco,
Chiaramente vedo il cielo alto
Brillare al fondo,
Nella moltitudine
L'uomo che amo.

Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato l'udito
Così certo e chiaro
Sento notti e giorni
Grilli e canarini
Turbini martelli
E lunghi pianti di cani
E la voce tenera
del mio amato

Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato il passo
Dei miei piedi stanchi
Con loro ho attraversato
Città e pozze di fango
Lunghe spiagge vuote
Valli e poi alte montagne
E la tua casa la tua strada
Il tuo cortile

Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Del mio cuore in petto
Il battito chiaro
Quando guardo il frutto
Della mente umana
Quando vedo la distanza
Tra il bene e il male
Quando guardo il fondo
Dei tuoi occhi chiari

Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
Mi ha dato il sorriso
E mi ha dato il pianto
Così io distinguo
La buona o brutta sorte
Così le sensazioni che fanno
Il mio canto
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto


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