Patato Piccolo deve avere qualche gene di tipo rivoluzionario,
oltre che tutti i miei geni polemici e la permalosità di mia madre e di mia
cognata.
Insomma Patato Piccolo non è una personcina facile.
Insomma Patato Piccolo non è una personcina facile.
Si spazientisce subito, vuole che le cose sian fatte come
vuole e dice lui. È volitivo e vagamente prepotente. Sa anche essere dolcissimo
e affettuoso, ma solo con persone selezionate, altrimenti il suo sguardo non
perdona e non permette di equivocare.
Pur avendo un forte attaccamento a me, è sempre stato all’atto pratico un bambino indipendente: a
dieci mesi prendeva il cucchiaino e mangiava “dassolo” (eh sì, è nato maremmano), ha iniziato a parlare e
camminare molto presto e da subito piuttosto bene. Usa il coltello meglio del
fratello grande e in genere è sempre stato abbastanza aperto alle nuove
proposte culinarie.
Se infatti fin da piccolo è stato uno scassamaroni un
bambino con le idee chiare in termini di abbigliamento (“no, io quella cosa lì – detto con tono schifato arricciando il
naso- non la metto”) e calzature (non
a caso lo si chiama il nostro piccolo feticista), non ha mai dato problemi col
mangiare: per nulla schifiltoso, la sua caratteristica peculiare in termini di
cibo è sempre stata quella di mangiare come un tribunale.
All’alba dei suoi sei anni però qualche gene represso deve
essersi svegliato tutto insieme: Patato Piccolo ha iniziato a manifestare una
ferrea volontà di decidere in autonomia cosa mangiare e cosa no.
Ovviamente non esiste: si mangia quello che c’è a tavola. Non è che nella Tana si cucinino interiora cotte nel grasso di montone, quindi quello che arriva nel piatto è qualcosa che tiene conto dei gusti comuni e della necessità di mangiare equilibrato e sano.
Ovviamente non esiste: si mangia quello che c’è a tavola. Non è che nella Tana si cucinino interiora cotte nel grasso di montone, quindi quello che arriva nel piatto è qualcosa che tiene conto dei gusti comuni e della necessità di mangiare equilibrato e sano.
Per Patato Piccolo, però, le verdure, o qualsiasi cosa le
contenga anche in piccola parte, in questo momento sono più o meno come la luna
piena per Lupin: si trasforma in una specie di sindacalista, imbruttisce pesantemente,
tira fuori il miglior tono da femminista sessantottina e afferma perentorio: il corpo
è mio e decido io cosa
ci metto dentro!
Ci aspettano anni difficili…
Ah bè...bene il corpo è tuo, ma cucino io, quindi non siamo in un ristorante e ti becchi quello che c'è, altrimenti ci rivediamo domani!...troppo nazista??
RispondiEliminaè ESATTAMENTE la risposta che riceve, virgole comprese! :-D
EliminaChe bel tipetto!!!
RispondiEliminaI miei figli non mangiano verdure, però mangiano tutti i tipi di legumi e cereali e quindi opto per quelli.
In realtà i cereali e i legumi non sostituiscono le verdure, per quello insistiamo fino alla morte, ma è una lotta dura... il verde è il male! :-D
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