mercoledì 5 febbraio 2014

Nel piatto (ivoriano) della fra: l'alloco.



L’alloco, aloco o anche aloko, è un piatto nato in Costa d’Avorio e poi diffusosi anche nelle zone limitrofe dell’Africa. È uno dei cibi più conosciuti e tradizionali della Costa d’Avorio e lo trovi ovunque: per strada, dai venditori ambulanti o nei ristoranti improvvisati quelli dove un occidentale, onestamente, non si metterebbe MAI a mangiare, nei maquis, negli stabilimenti al mare… ovunque si trovi cucina del posto, stai pur certo che potrai mangiare l’alloco.
L’alloco è semplicemente una frittura di bananes plantain , quelle banane che arrivano anche nei nostri supermercati, verdi (da noi, ovvio), enormi, durissime, che ti chiedi se si prestino maggiormente a picchiare qualcuno più che a essere mangiate.
La caratteristica di queste banane è che sono immangiabili da crude (sono legnosissime) e che, generalmente, pur mantenendo un sapore affine a quello delle banane normali, essendo meno dolci vengono utilizzate per realizzare piatti salati. Tra questi, appunto, il più semplice e conosciuto è l’alloco.
Dire che alla fra piaccia l’alloco è riduttivo: la fra lo adora, l’alloco.
Ovviamente ha anche imparato a farlo, anche se onestamente preferisce mangiarlo quando è fuori, per evitare di impuzzolire di fritto tutti i panni stesi di casa (la lavanderia con lo stenditoio dà direttamente sulla cucina, senza scampo).
Comunque la fra ha imparato: fare l’alloco è semplicissimo!

Per fare l’alloco per due persone abbastanza golose serviranno:

- Circa 4 o 5 banane plantain
- Un po’ di sale fino
- Olio di palma o tutt’al più di semi di arachide

Basta?! Direte voi. Sì, basta, solo questo.

Va da sé che quando un piatto buonissimo ha così pochi ingredienti, quei pochi devono avere delle caratteristiche fondamentali.

Le banane, per esempio, devono essere assolutamente ben scelte: non vanno prese assolutamente quando sono dure. Ci sono diverse scuole di pensiero sul grado di maturazione: sicuramente devono essere mature e morbide, alcuni suggeriscono che siano ammuffite fuori, addirittura.
Ovviamente essendo un frutto, il suo grado di maturazione influisce molto quella quantità di zucchero che si percepirà al palato: banane più mature saranno più morbide e caramellate, banane meno mature più dure, sode e meno dolci.
La prima volta che la fra ha preparato l’alloco, da sola, ha seguito il consiglio della fazione “quasi ammuffito” e ha ottenuto un alloco molto molto buono ma abbastanza diverso da quello mangiato nei maquis locali.
La ricerca del grado di maturazione giusto può essere personale oppure ci si può affidare alla sapienza popolare di una persona del posto: in Costa d’Avorio tutti preparano l’alloco.

La pizzicata di sale serve, ovviamente, a stemperare un minimo il sapore dolce assolutamente predominante per quanto non eccessivo (non è la banana classica, ricordiamocelo!)

L’olio: sebbene possa essere cucinato serenamente nell’olio di semi di arachide, la morte sua è l’olio di palma. L’olio di palma è ovviamente un prodotto locale, può essere rossastro o giallino a seconda del grado di raffinazione ed è un olio ad alto contenuto di grassi saturi. Dicono alzi il colesterolo: ovvio che lo fa, come tutti gli oli. Senza esagerare è un olio utilizzabilissimo e che contribuisce a dare ai piatti locali un sapore assolutamente caratteristico.

La preparazione vera e propria è ovviamente banalissima:

- Tagliate le banane prima in quarti rispetto alla sezione e poi a rondelle;
- Mettetele dentro un recipiente con un po’ di sale;
- Prendete una padella e mettete a scaldare l’olio, sulla quantità fate conto che meno olio mettete e più il fritto ne assorbe;
- Fate la prova dello stecchino :ci mettete uno stuzzicadenti e quando inizierà a fare le micro bollicine intorno vuol dire che potete iniziare a friggere;
- Mettete le banane nell’olio caldo e fate friggere per circa 10-15 minuti, secondo il grado di maturazione che avete scelto e il grado di cottura che preferite.
- Fate scolare su carta assorbente.
- Portate in tavola e siate pronti a mangiarvi pure la ciotola ;-)

L'alloco è un di fatto una guarniture, ovvero un contorno, si mangia con una salsetta di pomodoro un po' piccante o anche da solo, in accompagnamento a pesce o carne.
Se qualcuno di voi, incuriosito, provasse a fare questa preparazione in Italia, mi raccomando mi faccia sapere com’è venuta e se è piaciuta!

4 commenti:

  1. Che meraviglia, che ricordi, mio padre negli anni 80 appena arrivato in Italia impazziva per trovarlo, insieme al cuore di palma...adesso è più facile in Italia e anche per me qua in Spagna adesso che ci sono molti negozi etnici....figurati che per disinfettarmi l'intestino me lo davano moltooooooooo piccante, ahi ahi!! Mando il link in email a mio papà!

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    1. mi hanno detto che oggi il plantain si trova abbastanza, in Italia. Lo spero veramente, perché l'alloco è senza dubbio uno dei miei piatti preferiti!
      Fammi sapere l'opinione di tuo padre, ci tengo!

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  2. da ieri che leggo sta storia dell'allocco e prima di leggere qui, ero proprio convinta che si trattasse del povero uccello!!!!!!! E continuava a suonarmi strano il fatto che ci fosse l'allocco in Costa D'Avorio!!! hahahahahah ma si può!!!

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    1. Alloco è con una sola "c" e si pronuncia allocò, alla francese, per questo io non mi ero resa conto del possibile fraintendimento! :-D
      Povero uccello davvero!!!

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