venerdì 14 febbraio 2014

Con parole altrui #5. Zaz


Ci sono, poi, spunti che ti arrivano in maniera un po’ trasversale e assolutamente inaspettata. Questa canzone appartiene a questa categoria.

Il vecchio collega del Marito Paziente ci parlò di questa cantante francese con sonorità interessanti e noi recuperammo qualcosa online, ma senza troppa convinzione.
Come sempre gli input possono venire da fuori ma le scoperte sono un percorso.
E il mio percorso sono state sei ore di aereo, un po’ di tempo fa. L’ultimo disco di questa cantante francese, Zaz, era tra quelli offerti per l’ascolto sull’aereo e io mi dissi: mah, proviamo, quelle che ho sentito dell’album precedente mi son piaciute… È stato amore!
Tutto l’album vale assolutamente l’ascolto, se anche non conoscete il francese, perché la sonorità è molto bella, la voce è ben modulata sul testo e la musica e l’interpretazione è secondo me degna di nota.

Scendendo nel particolare, io ho adorato questa canzone fin dal primo ascolto, anche senza ancora averne capito il testo, che poi ho ovviamente cercato in rete.
Sostanzialmente si tratta di un incitamento a vedere le grandi possibilità che abbiamo, come esseri umani, attraverso la varietà di culture, espressioni artistiche, luoghi; una spinta a vedere l’aspetto costruttivo della diversità e condividere noi stessi e le nostre possibilità e capacità.

Alcune cose arrivano a te esattamente nel momento in cui sei pronto a metterti in discussione e a rifletterci su, forse perché sei pronto a coglierle, chissà!
Stare qui in Costa d’Avorio dove tutto è più difficile, più netto, con contrasti enormi e duri, ti pone di fronte ad un dilemma: sto qui e in questi quattro anni cerco di sopravvivere a pelo d’acqua oppure mi inzuppo i vestiti e l’esistenza mettendomi un po’ in gioco, cercando di confrontarmi con ciò che mi circonda (e mi ospita, concetto fondamentale) in maniera costruttiva e aperta?

Ho passato buona parte dei miei primi due anni qui bagnandomi poco a poco, scoprendo realtà che non conoscevo ma sempre con un’enorme paura iniziale (qui era appena finita la guerra, due anni fa) a farmi un po’ da zavorra, da freno a mano tirato.
Poi sono riuscita a valutare la quotidianità oggettivamente: i patti della mia bilancia che erano passati repentinamente da “che meraviglia, qui è tutto fighissimo e nuovo” a “ma in che cazzo di angolo del mondo son finita”, si sono finalmente attestati su “vivo in una parte di mondo di cui è essenziale capire le regole e qual è il tuo posto, ma una volta che le cose sono chiare, puoi anche viverle un po’ più profondamente”.

La colonna sonora di questo cambio di punto di vista è stata questa canzone, che ha dato voce ai miei pensieri proprio nel momento in cui, anche se ci ero arrivata per tutt’altre strade, arrivavo alla determinazione di potermi buttare un po’ di più e che non potevo buttar via questa meravigliosa opportunità di crescita, confronto e riflessione che mi è stata data e che stavo vivendo sì, ma ancora solo a livello teorico.

Oggi come oggi, ma è una cosa decisamente recente, diciamo da quando son tornata dopo essere stata male, guardo le cose con gli occhi di chi ha più coscienza e conoscenza di ciò che la circonda, di chi ha capito quali sono i margini e rischi, soprattutto, sulla propria pelle e di chi ha deciso di vivere questo posto e viverlo meglio.
In qualche modo, questa canzone, forse dice anche questo.

On ira - Zaz

On ira écouter Harlem au coin de Manhattan
On ira rougir le thé dans les souks à Amman
On ira nager dans le lit du fleuve Sénégal
Et on verra brûler Bombay sous un feu de Bengale

On ira gratter le ciel en dessous de Kyoto
On ira sentir Rio battre au cœur de Janeiro
On lèvera nos yeux sur le plafond de la chapelle Sixtine
Et on lèvera nos verres dans le café Pouchkine

Oh qu'elle est belle notre chance
Aux milles couleurs de l'être humain
Mélangées de nos différences
A la croisée des destins

Vous êtes les étoiles nous somme l'univers
Vous êtes en un grain de sable nous sommes le désert
Vous êtes mille phrases et moi je suis la plume

Vous êtes l'horizon et nous sommes la mer
Vous êtes les saisons et nous sommes la terre
Vous êtes le rivage et moi je suis l'écume

On dira que le poètes n'ont pas de drapeaux
On fera des jours de fête autant qu'on a de héros
On saura que les enfants sont les gardiens de l'âme
Et qu'il y a des reines autant qu'il y a de femmes

On dira que les rencontres font les plus beaux voyages
On verra qu'on ne mérite que ce qui se partage
On entendra chanter des musiques d’ailleurs
Et l'on saura donner ce que l'on a de meilleur

Oh qu'elle est belle notre chance
Aux milles couleurs de l'être humain
Mélangées de nos différences
A la croisée des destins

Vous êtes les étoiles nous somme l'univers
Vous êtes en un grain de sable nous sommes le désert
Vous êtes êtes mille phrases et moi je suis la plume

Vous êtes l'horizon et nous sommes la mer
Vous êtes les saisons et nous sommes la terre
Vous êtes le rivage et moi je suis l'écume


la traduzione è mia, alcune volte non è letterale, ma spesso tiene conto di come al meglio si esprimerebbero i concetti in italiano, altre volte invece è più pedissequa, dove secondo me la minor linearità rende meglio il concetto che si voleva esprimere ;-)


Andremo

Ascolteremo Harlem all’angolo di Manhattan
Faremo arrossare il tea nei suk di Amman
Nuoteremo nel letto del fiume Senegal
Vedremo bruciare Bombay sotto un fuoco di Bengala

Andremo su un grattacielo in cima a Kyoto
Sentiremo Rio battere nel cuore di Janeiro
Alzeremo i nostri occhi sul soffitto della Cappella Sistina
E leveremo i nostri bicchieri nel caffè Pouchkine

Oh, com’è bella la nostra fortuna
nei mille colori dell’essere umano
mischiati nelle nostre differenze
all’incrocio dei destini.

Voi siete le stelle, noi siamo l’universo
Voi siete un granello di sabbia, noi siamo il deserto
Voi siete mille frasi e io sono la penna

Voi siete l’orizzonte e noi siamo il mare
Voi siete le stagioni e noi siamo la terra
Voi siete la riva e io sono la schiuma.

Diremo che i poeti non hanno bandiera,
Avremo giorni di festa quanti avremo eroi
Sapremo che i bambini sono i guardiani dell’anima
E che ci sono regine quante ci sono donne.

Diremo che gli incontri fanno i viaggi più belli
Vedremo che non si merita che quello che si condivide
Sentiremo cantare musiche di altri luoghi
E sapremo donare quello che abbiamo di migliore.

Oh, com’è bella la nostra fortuna
nei mille colori dell’essere umano
mischiati nelle nostre differenze
all’incrocio dei destini.

Voi siete le stelle, noi siamo l’universo
Voi siete un granello di sabbia, noi siamo il deserto
Voi siete mille frasi e io sono la penna

Voi siete l’orizzonte e noi siamo il mare
Voi siete le stagioni e noi siamo la terra
Voi siete la riva e io sono la schiuma.



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1 commento:

  1. Mi piace questo tuo nuovo modo di rapportarti alla tua esperienza di expat, questo tuo vedere tutto con occhi nuovi. Sono felice x te.
    Quando ascolto delle canzoni che mi piacciono io cerco sempre il testo in itlaiano, per capire cosa significhino e x sapere se quella canzone mi appartiene, se parla anche di me.

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