In noi esiste e sopravvive una lotta. È una lotta interna, è
quella che ci spinge al di là dei nostri limiti, che ci porta a confrontarci
con essi, a discutere ogni giorno dentro di noi se sia più opportuno volgere le
spalle alla tranquillità e metterci in gioco oppure tornare al nido sereno di
una quotidianità stabile.
Chi più, chi meno, cerchiamo tutti di migliorarci, di
conquistare qualcosa, di dimostrare qualcosa sia agli altri che principalmente
a noi stessi.
Con la stessa curiosità che spinse il dantesco Ulisse alla
ricerca di posti inesplorati e della “canoscenza”, cerchiamo ogni giorno di
espandere i nostri orizzonti, reali o virtuali che siano.
Cosa succede quando il viaggio è finito? Quali sentimenti
scuotono l’animo quando davanti non c’è più nulla per cui combattere? Cosa succede
quando davanti non hai terre da conquistare, nulla da scoprire, quando
improvvisamente ti rendi conto che il cammino è finito? Quando senti ancora
dentro la brama di proseguire ma non c’è più un sentiero per farlo?
Un poeta, Pascoli, e un cantautore, Vecchioni, hanno affrontato
questo tipo di sconcerto e disillusione, entrambi attraverso la figura di
Alessandro Magno che, arrivato alla fine delle terre conosciute, si trova
davanti l’immensità dell’oceano e capisce che non può andare oltre, che il viaggio,
la conquista sono finiti e che la sua brama rimarrà insoddisfatta.
Il linguaggio classico di Pascoli e quello decisamente
moderno di Vecchioni restituiscono, seppure con modalità e parole notevolmente
diverse, la stessa figura di eroe arrivato di fronte ad un limite non proprio,
sgomento e perso.
Ed è tutta lì la lotta tra le aspettative che
improvvisamente hanno trovato tutte le realizzazioni possibili e la spinta ad
andare oltre che invece continua a nascere da dentro. Pascoli attribuisce
addirittura ai due occhi di colore diverso i due aspetti: l’occhio nero sente
morire la speranza, l’occhio azzurro invece sente rinascere il desiderio e Alessandro
è intrappolato tra queste due emozioni, di fronte a quel mare al di là del
quale immagina cose ancora da scoprire attraverso viaggi e conquiste che è
cosciente di non poter fare.
Vecchioni lo descrive come un eroe più moderno, più vicino di quello che il linguaggio
aulico di Pascoli ci presenta, che di fronte al mare si sente un coglione perché le sue conquiste, i
suoi viaggi, lo hanno portato a vedere, alla fine, alla resa dei conti, un sole
uguale a quello che aveva lasciato.
Entrambi questi testi mi emozionano sempre tantissimo: c’è
dentro una sorta di eroe romantico di fronte alla decadenza della propria lotta
interiore, del proprio desiderio. Un desiderio che, per la prima volta, si
ferma perché è fermato da qualcosa che non può essere cambiato da nessuno. La
lotta improvvisamente è finita e questa figura “svuotata” rimane a contemplare
il proprio limite ultimo, con la consapevolezza del cammino compiuto e anche
con la tacita domanda di chi ottiene tutto ciò che poteva avere e si chiede “e
ora?”
Di entrambi i testi vi propongo solo degli estratti: nel
caso di Pascoli quello che secondo me è emblematico del conflitto interno di
Alessandro e nel caso della canzone di Vecchioni, che affronta diversi temi,
solo la parte che riguarda questo tema.
Buona lettura e buon ascolto!
Buona lettura e buon ascolto!
Aléxandros – Giovanni Pascoli
E così, piange, poi che giunse anelo:
piange dall'occhio nero come morte;
piange dall'occhio azzurro come cielo.
Ché si fa sempre (tale è la sua sorte)
nell'occhio nero lo sperar, più vano;
nell'occhio azzurro il desiar, più forte.
Egli ode belve fremere lontano,
egli ode forze incognite, incessanti,
passargli a fronte nell'immenso piano,
come trotto di mandre d'elefanti.
Stranamore (pure questo è amore) – Roberto Vecchioni
Ed il più grande
conquistò nazione dopo nazione,
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perché più in là non si poteva conquistare niente;
e tanta strada per vedere un sole disperato
e sempre uguale e sempre come quando era partito.
Vi piace l'idea di condividere testi, canzoni, poesie, prose che vi han fatto riflettere su qualcosa o che hanno segnato il vostro percorso? Fatelo anche voi!
Fate un post che parli di questa iniziativa, linkate questo post, su Facebook e Instagram, se li usate e volete condividere, usate l'hashtag #LTAconparolealtrui e #latanaafricana e mettete il link nei commenti a quel post, così che io possa "ritrovarvi".
Scoprirsi attraverso le nostre emozioni e l'interpretazione di parole di altri, può essere bellissimo e costruttivo, facciamolo insieme!
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
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