Finalmente siamo tornati al mare.
Era dal compleanno di Patato Grande (il 21 aprile) che non ci si riusciva:
stagione delle piogge iniziata presto e finita con strascichi lunghissimi. Un
anno atipico, questo.
Però, ed era ora, il 26 dicembre eravamo di nuovo ad Assinie.
Assinie è una zona bellissima, a circa 100 km da Abidjan, piena di ville e alberghi, caratterizzata dalla doppia spiaggia: si arriva sulla laguna e si accede ai Lodge o alle case, poi con la barca si può raggiungere, al di là di una piccola lingua di mare, una striscia di terra in cui più o meno ogni attività ricettiva ha una sua corrispondenza.
Il Lodge dove andiamo noi ha quindi, sulla terraferma, una parte dell’albergo, il ristorante, le piscine (di cui una piccola con l’idromassaggio… wow!), i campi da tennis, etc. e dall’altra parte ha il suo pezzo di spiaggia sull’oceano, con un punto ristoro se si vuole rimanere a mangiare, e un’altra parte di albergo.
Il tutto è bellissimo, non ci si va spesso solo perché è considerevolmente più lontano di altri posti e nella stessa misura anche più dispendioso (al netto della benzina, che, come dire, influisce ulteriormente).
Il 26 dicembre scorso, eravamo lì.
A cuocerci al sole, giocare in piscina, mangiare sulla laguna e ammirare il panorama.
Dopo pranzo il Marito (che oltre ad essere) Paziente (è anche un ottimo organizzatore), ha proposto di andare alla Ferme du Crocodile Dipi, una sorta di piccola “fattoria-zoo” con diversi tipi di animali, di cui i più numerosi erano ovviamente i coccodrilli (beh, altrimenti si sarebbe chiamata “Ferme de l’Autruche”, immagino, no?).
La fra era piuttosto scettica: le cose organizzate dagli ivoriani spesso sono deludenti (non hanno una grande capacità imprenditoriale, purtroppo).
E invece.
Invece la “Ferme” (che poi significa semplicemente “fattoria”, solo che il concetto di fattoria applicato ai coccodrilli, ad un occidentale, sembra quantomeno strano) era ben organizzata e soprattutto tenuta bene.
Vedere da vicino i coccodrilli fa una certa impressione, sappiatelo: sono
animali pressoché immobili, spesso con una grande sproporzione tra la testa e
l’addome e francamente, nella versione adulta, anche poco simpatici (incontrane
uno in laguna e poi vedi quanto ti diverti eh).Però, ed era ora, il 26 dicembre eravamo di nuovo ad Assinie.
Assinie è una zona bellissima, a circa 100 km da Abidjan, piena di ville e alberghi, caratterizzata dalla doppia spiaggia: si arriva sulla laguna e si accede ai Lodge o alle case, poi con la barca si può raggiungere, al di là di una piccola lingua di mare, una striscia di terra in cui più o meno ogni attività ricettiva ha una sua corrispondenza.
Il Lodge dove andiamo noi ha quindi, sulla terraferma, una parte dell’albergo, il ristorante, le piscine (di cui una piccola con l’idromassaggio… wow!), i campi da tennis, etc. e dall’altra parte ha il suo pezzo di spiaggia sull’oceano, con un punto ristoro se si vuole rimanere a mangiare, e un’altra parte di albergo.
Il tutto è bellissimo, non ci si va spesso solo perché è considerevolmente più lontano di altri posti e nella stessa misura anche più dispendioso (al netto della benzina, che, come dire, influisce ulteriormente).
Il 26 dicembre scorso, eravamo lì.
A cuocerci al sole, giocare in piscina, mangiare sulla laguna e ammirare il panorama.
Dopo pranzo il Marito (che oltre ad essere) Paziente (è anche un ottimo organizzatore), ha proposto di andare alla Ferme du Crocodile Dipi, una sorta di piccola “fattoria-zoo” con diversi tipi di animali, di cui i più numerosi erano ovviamente i coccodrilli (beh, altrimenti si sarebbe chiamata “Ferme de l’Autruche”, immagino, no?).
La fra era piuttosto scettica: le cose organizzate dagli ivoriani spesso sono deludenti (non hanno una grande capacità imprenditoriale, purtroppo).
E invece.
Invece la “Ferme” (che poi significa semplicemente “fattoria”, solo che il concetto di fattoria applicato ai coccodrilli, ad un occidentale, sembra quantomeno strano) era ben organizzata e soprattutto tenuta bene.
La vera sorpresa sono stati i cuccioletti: tenere in mano un coccodrilletto di 9 mesi è un’esperienza strana, che ti trasmette un misto tra potere e paura: stai tenendo in mano una lucertolona pressoché inoffensiva che nel giro di qualche anno potrebbe staccarti una mano senza fare neanche uno sforzo; la domini, oggi, ma in breve tempo sarà lei a dominare te, nel suo ambiente. L’esperienza tattile, poi, è bellissima: il loro addome è liscissimo (come ben sanno i bastardi che ne fanno borsette) (qui le trovi al mercatino dell’artigianato senza problemi, se ti ci beccano a fiumicino finisci con due bei braccialetti metallici tintinnanti e uniti tra loro ai polsi).
Anche i patati sono stati evidentemente entusiasti, anche se abbastanza
impauriti, soprattutto il piccolo. Il grande, nel suo libro di lettura, ha un
racconto in cui si parla dei coccodrilli, delle differenze con gli alligatori,
del loro habitat, etc. (paese che vai, fauna che trovi, evidente), quindi era
lì che, sapientino come sempre, spiegava a tutti quello che sapeva e si intratteneva
a fare domande in francese alla nostra guida (ovviamente io non ho capito né le
domande né le risposte, son soddisfazioni eh).
Nella Ferme abbiamo visto anche altri animali, per la gioia dei patati: un cammello (occhio che sputa), degli struzzi (occhi che sputano peggio del cammello) (sono immensi e bellissimi, non li avevo mai visti dal vero!), caprette (che però non ci han fatto ciao, evidentemente lo fanno solo sui monti, uff), falconi (che meraviglia, i rapaci!), pappagalli, serpenti, scimmie di vario tipo, oche, manguste, pesci, tartarugoni e cerbiatti.
Nella Ferme abbiamo visto anche altri animali, per la gioia dei patati: un cammello (occhio che sputa), degli struzzi (occhi che sputano peggio del cammello) (sono immensi e bellissimi, non li avevo mai visti dal vero!), caprette (che però non ci han fatto ciao, evidentemente lo fanno solo sui monti, uff), falconi (che meraviglia, i rapaci!), pappagalli, serpenti, scimmie di vario tipo, oche, manguste, pesci, tartarugoni e cerbiatti.
Insomma a parte il gatto (che se lo mangiano gli ivoriani), il topo (che se lo mangiano i serpenti) e l’elefante (che ne son rimasti pochissimi per via dell’avorio) c’eran tutti, alla fine: Noè sarà stato contento.
Ah beh sì, mancavano sempre i due leocorni.
Boh, forse eran timidi.
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