martedì 14 gennaio 2014

Instamamme. Un anno dopo.


Io le Instamamme le ho conosciute per caso. Erano ancora un gruppo spontaneo di mamme aggregate da un tag su un social (che non conoscevo) e che avevano appena aperto una pagina Facebook chiusa e segreta per ciacolare e dividersi un po’ la vita.
Con quelle donne ho diviso scazzi, paure, momenti difficili, nel mio primo anno da expat. Hanno raccolto le mie insicurezze e mi hanno sostenuta in momenti in cui mi sentivo persa e dannatamente sola.


Instamamme diventò (anche) una pagina FB aperta, quella che esiste tutt’ora, dove condividere gli articoli e notizie dal web. Poi nacque l’idea di un sito ed io, che mi ero tenuta sempre un po’ in disparte, mi buttai come mai avrei pensato possibile.
Era la fine del 2012, era un anno tondo da emigrata di cui tirare le somme, era un periodo di grandi cambiamenti e importanti decisioni.
Ed è stato l’inizio di qualcosa che è cresciuto a poco a poco dandoci ogni giorno soddisfazioni incredibili.
Il primo commento ad un articolo, il primo articolo che scrivi, le migliaia di idee che ci venivano in testa e che cercavamo di capire dove, come e quando tirar fuori. Erano emozioni forti, ci affacciavamo al web con timore e slancio, con intraprendenza e riserbo.
Non sapevamo ancora che su quelle pagine avremmo finito per raccontarci in maniera così diretta ed empatica. Non sapevamo, quel 14 gennaio 2013, che oggi saremmo state ancora lì a raccontarci, a condividere, a cercare contenuti interessanti, approfondimenti validi e spunti di riflessione condivisibili.


In questo anno che è passato ci sono stati avvicendamenti, abbandoni, nuove entrate, promozioni, dentro Instamamme. Una cosa in divenire, rapporti da definire, angoli da smussare, strade nuove da indovinare, posizioni da mediare.
Scrivere in internet non è facile. Hai davanti a te uno schermo, sotto le tue dita una tastiera e all’inizio pensi che sia finita lì. È così per chiunque. Poi arrivano i primi commenti e ti rendi conto di avere un pubblico.
La prospettiva cambia, e cambia tanto.


Io avevo avuto un blog, quando i blog erano ancora qualcosa di non definito e non diviso in categorie. Quando non si era alla ricerca di una catalogazione tematica dei propri scritti: si scriveva e basta, spesso senza pensare minimamente di essere riconoscibili, con le conseguenze del caso.
Quando è nata l’avventura di Instamamme, quasi 9 anni dopo, io avevo già questo blog, nato per condividere le sensazioni, le esperienze, la quotidianità di una nuova frazione della mia vita; questo blog era nato con l’intento di rendere partecipi i miei amici della mia vita, oggi gli amici non lo leggono più (forse ci dovrei riflettere, su sta cosa) ma in compenso le mie parole arrivano ad egregi sconosciuti, a belle persone, portano a nuovi incontri.
Attualmente, Instamamme raccoglie un certo tipo di pensieri e riflessioni, qui ne condivido altri. Non è sempre facile, ma è stimolante, trovare aspetti diversi della stessa realtà, da condividere attraverso cornici diverse.
Il blog è tuo: te lo fai a tua immagine, decidi tu come, cosa, quando. Non presuppone impegni con nessuno, se non con la tua voglia di condividere e in parte con le aspettative di chi ti legge. Ma nasce e finisce davanti al tuo pc, senza che nessuno abbia nulla da dire.
Instamamme è una realtà diversa, che presuppone una programmazione a breve, medio e lungo termine, organica e bilanciata. Quando porti contenuti nuovi, quando crei uno spazio di diffusione di contenuti altrui, non puoi lasciare le cose al caso, mai. Instamamme oggi per me è una palestra di visione nel futuro, uno stimolo continuo ad immaginare cosa potrà piacere a noi scrivere e agli altri leggere. 


Instamamme oggi è molto diverso da quello che pensavo un anno fa. Lo pensai come una sorta di blog a più mani, scoprendo poi che era un sito, con tutte le differenze del caso.
Instamamme, oggi, è un quaderno che mi porto dietro e su cui mi appunto le idee, che lascio sul comodino la sera semmai mi venisse un’idea mentre sto per addormentarmi (ed è capitato eh, che mi svegliassi per andare a scrivere un articolo e pubblicarlo tout de suite, per la cronaca era questo), è una fotocamera che cerca spunti, sono occhi e cuore ben aperti per capire cosa posso e voglio condividere in quello spazio.


Instamamme è, anche, una realtà particolare, una delle prime ad essere nata attraverso il social “instagram”: questo ha significato che i gruppi analoghi che stanno nascendo abbiano trovato la strada spianata, abbiano già un pubblico di mamme pronte a condividere certe cose, a vivere il social, a leggere un certo tipo di contenuti. Ovviamente rende onore al lavoro fatto ma altrettanto ovviamente, non lo nascondo, dà fastidio. Dà fastidio per tutte quelle volte che ho scelto di stare davanti al pc per lavorare ad un calendario, ad un’idea, ad un articolo, trascurando altri aspetti della mia quotidianità, facendo tardi la notte, rinunciando ad altro, e con me tutte le altre con cui condivido questa esperienza.
Dietro a questo primo traguardo c’è un lavoro imponente, in più àmbiti, su più social. Nascere dal niente o partire da discorsi già avviati è ben diverso, l’unica soddisfazione è che l’improvvisazione non paga, in rete né altrove.


Instamamme, quello che vedono gli altri, è uno spazio ben tenuto, ricco di contenuti inediti, che si sta ampliando nei target… quello che ci vedo io sono le donne che lo fanno ogni giorno, sono le loro storie, i loro figli di cui conosco le particolarità, la voce, il carattere, i loro mariti o compagni, attraverso le loro parole.
Le Instamamme per me sono delle Amiche, principalmente. Quelle che raccolgono le paure, ancora. Quelle che gioiscono per i successi o le belle notizie. Quelle che mi danno il buongiorno al mattino e la buonanotte alla sera. Sono amiche che non stavo cercando, mi sono capitate nella vita come tutte le cose più belle, per caso. 


La differenza tra quel 14 gennaio 2013 e oggi è che allora avrei detto “scrivo per Instamamme”, oggi dico “sono un’Instamamma”. E non è differenza da poco, il sentirsi parte di qualcosa.
Per me, che ho sempre temuto l’appartenenza, è una cosa enorme.
La vedo crescere, da fuori.
La sento crescere, da dentro.
Un anno di una me stessa diversa, cui è stata data un’immensa fiducia e che ne è immensamente grata ogni giorno.
Un anno per darsi la possibilità di vedersi in maniera differente e di confrontarsi ogni giorno.
Un anno.
Il nostro primo anno.

2 commenti:

  1. Anche perché nella distanza, il senso di vicinanza aiuta, io frequento solo gruppi fb italiani e ho lunghe chat con amici su Whatsapp, mi sento integrata.

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    1. hai perfettamente ragione: non hai idea di quanto questa esperienza di Instamamme (e quella del blog prima, ma il blog è "personale", quindi coinvolge meno) abbia significato e significhi ogni giorno per me!

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